I colleghi iberici sono scesi in piazza per esprimere la propria frustrazione.
In Spagna gli infermieri sono scesi in piazza per protestare contro il mancato rinnovo del contratto di ben 10mila colleghi assunti sull’onda dell’emergenza coronavirus. Un mancato rinnovo che si teme possa innescare la fuga dagli ospedali, mettendo ancor più in difficoltà chi invece resterà e, quasi certamente, non riuscirà a fronteggiare l’impatto dei focolai che periodicamente scoppiano nel Paese.
Non è solo una questione di riposi saltati o doppi turni, quanto di sicurezza sul luogo di lavoro: la stanchezza si trasforma in maggiore esposizione al contagio. “A metà ottobre – racconta l’infermiera Angela Ayuso – abbiamo già iniziato la campagna antinfluenzale e ancora non sappiamo come la gestiremo. Ci mancano lo spazio e i rifornimenti. Non abbiamo alcun protocollo, né indicazioni su come gestire tutto questo. L’unica cosa che sappiamo è che sarà orribile”.
I sindacati chiedono l’assunzione di nuovi operatori sanitari per far fronte alle necessità. “Si cominciano a sospendere gli interventi chirurgici e a ritardare i test diagnostici – ha riferito ai media l’infermiere Jesús García –. Se a una persona alla quale è stata diagnosticata una condizione critica in aprile, vengono rimandati i test fino a settembre, e ora vengono rinviati di nuovo, il rischio di andare verso complicazioni gravi è molto più alto. Secondo il sindacato di categoria, la regione di Madrid ha 3,8 infermieri ogni mille abitanti: lontano dal 5,7 della media spagnola o dall’8,8 dei Paesi Ocse, nel cui ambito la Spagna occupa le ultime posizioni. Per raggiungere la media nazionale, secondo i sindacati, ci vorrebbero 12mila infermieri in più”.
Redazione Nurse Times
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