Riceviamo e volentieri pubblichiamo un messaggio del collega Matteo Gagliardi.
La cosa assurda è che chi, come me, lavora in clinica privata e ha esperienza di terapia intensiva in Emilia Romagna (lavoro in sala operatotia e tutti i giorni ho a che fare con i ventilatori), aspettando notizie dall’usl, è costretto a stare in ferie (siamo reperibili qualora ci fosse bisogno, ma ad ora nulla, quindi a casa), quando potrebbe (e vorrebbe) andare ad aiutare i colleghi in zone maggiormente colpite.
Invece non può perché non ci sono accordi fra le aziende e l’Aiop in caso di calamità (che, fra l’altro, non è stata proclamata). Io e molti altri colleghi vorremmo venire ad aiutare, anche su richiesta di anestesisti liberi professionisti che lavorano in quelle zone e sono momentaneamente occupati lì, ma purtroppo siamo bloccati.
Redazione Nurse Times
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