Di seguito il post pubblicato su Facebook dal consigliere regionale toscano, paladino delle battaglie per i disabili.
Ho vinto io. Dopo 18 giorni del primo ricovero e 27 del secondo, sono tornato a casa. È stata dura ma ce l’ho fatta, sono stato più forte. Sono negativo. Questo non significa che sia tutto finito, anzi: ho sconfitto il virus, ma non i suoi effetti e tutto ciò che ha lasciato. Perché il bastardo ti cambia, nel corpo e nella testa, e l’unica cosa certa è che non si torna più come prima.
Sarà un recupero lungo e lento, alla ricerca di un equilibrio precario che più volte, in queste settimane, mi ha portato a tornare indietro senza farci capire il perché. Spero che la via migliore sia però tracciata, e che tutto ciò che non riesco ancora a raccontare venga seminato piano alle spalle, con scaramantico ma necessario ottimismo.
Adesso avrò bisogno di dedicarmi a me stesso: al peso e alla muscolatura da recuperare, alla respirazione che deve tornare, a un’alimentazione non del tutto ripristinata (a proposito, in questi mesi sono diventato sommelier esperto di omogeneizzati, oltre che di maionese!). Ma tornerò al lavoro, gradualmente e a piccole dosi, già dalla prossima settimana, sperando di farcela, perché sento il bisogno di raccogliere anche questo incubo e farne qualcosa di buono, dalla parte degli ultimi, con maggior consapevolezza e determinazione.
Perché, in fondo, è proprio nel dolore che dobbiamo scavare, a mani nude e occhi aperti, quando vogliamo tirar fuori il meglio che abbiamo racchiuso dentro. Io sono stato fortunato, molto fortunato. Nonostante tutto, da questa sofferenza sto uscendo senza troppe cicatrici. Una consapevolezza che a volte mi rende leggero, altre mi toglie il sonno la notte. Anche per questo, ancora una volta, ringrazio di cuore il personale sanitario del reparto 5A3 del San Giuseppe di Empoli, che con pazienza e attenzione ha fatto il massimo per capire cosa mi stesse succedendo e come gestire una situazione già di base complicata.
Quello che oss, infermieri, medici, fino agli addetti alle pulizie, devono affrontare ogni giorno in quell’inferno è indescrivibile. Per questo abbiamo il dovere di aiutarli come possiamo, rispettando le regole per limitare al massimo i contagi. Come sempre: facciamo ancora a modino. Tutti quanti. A voi il mio affetto sincero per tutto ciò che mi avete dimostrato. Viva le ripartenze e viva la vita.
P.S.: purtroppo ho solo questa foto, con la bravissima Marianna, ma facciamo finta che intorno a me ci siano tutte le sue colleghe e i suoi colleghi, altrettanto bravi e gentili. La resistenza, per me, oggi ha il colore dei loro sorrisi coperti, che non si vedono, ma sai che ci sono.
Redazione Nurse Times
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