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Coronavirus, Fials evidenzia le criticità del penitenziario di Salerno.

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Coronavirus, Fials evidenzia le criticità del penitenziario di Salerno.
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Di seguito la nota inviata dal sindacato al direttore generale, Mario Iervolino, al direttore del personale, Francesco Avitabile, e al direttore Uoc – Servizio di protezione e prevenzione, Aristide Tortora.

Con la presente la scrivente O.S. Fials intende soffermarsi sulle criticità di ordine pubblico che in queste ultime ore stanno attanagliando tutti i gli istituti penitenziari italiani. In questo particolare momento in cui gli operatori sanitari sono impegnati a fronteggiare l’emergenza Covid-19, ci vediamo costretti a mettere in evidenza tutto quello che è accaduto all’interno dell’istituto penitenziario di Salerno.

Come è ormai noto a tutti, il 7 marzo è stata una giornata all’insegna della tensione e dei disordini, durante la quale almeno un centinaio di detenuti hanno fatto scattare una vera e propria rivolta. Si sono vissute lunghissime ore di tensione e devastazione tanto che per placare la protesta è stato mobilitato d’urgenza tutto il personale della polizia penitenziaria, carabinieri, questore di Salerno e addirittura un elicottero. La rivolta è durata fino a tarda sera, quando, dopo aver causato ingenti danni alle strutture, i detenuti sono ritornati nelle loro sezioni.

Ci teniamo a sottolineare che l’accaduto ha generato un vero e proprio clima surreale quasi apocalittico, nel quale gli operatori in servizio, hanno continuato a garantire l’assistenza ove necessaria e il proseguimento della somministrazione della terapia sin dalle prime ore della rivolta costretti lavorare respirando aria irrespirabile causata dagli incendi divampati, dalle polveri di calcinacci ed estintori svuotati.

Per tali ragioni la scrivente O.S. Fials intende soffermarsi sul comportamento davvero encomiabile degli operatori tutti, i quali, in condizioni impraticabili con spirito di abnegazione, hanno garantito il diritto alla salute a tutti i detenuti presenti nella casa circondariale, per questo ci sentiamo di ringraziarli e fare loro un forte plauso.

Si apprende dalle testate giornalistiche che l’origine della rivolta sia scaturita in seguito alle direttive emanate atte a prevenire il contagio da Covid-19. Ed è proprio in merito alle raccomandazioni emanate dal ministero della Sanità che la scrivente O.S. Fials vuole soffermarsi per denunciare le precarie condizioni lavorative nelle quali il personale sanitario si trova a prestare servizio, dovendo affrontare non solo l’emergenza Covid-19, ma anche il rischio derivato da semplici e quotidiane manovre assistenziali, in mancanza di presidi adeguati.

Proprio in merito ai DPI, ad oggi sono stati consegnati ad ogni singolo operatore, un solo camice protettivo ed una singola mascherina FFP1 oltre ad alcune mascherine chirurgiche che, ricordando le indicazioni del ministro della Salute e l’OMS, sembrerebbero considerate del tutto influenti in caso di eventuale ipotetico caso di paziente positivo al Covid-19.

Consci che determinati DPI andrebbero utilizzati esclusivamente in casi specifici, averli a disposizione, potendoli usare all’occorrenza, non solo ridurrebbe il rischio eventuale di contagio, ma infonderebbe maggiore tranquillità a tutto il personale sanitario. Oltre alle mascherine FFP3, ricordiamo che anche le semplici mascherine chirurgiche scarseggiano tra i presidi in dotazione, o almeno non risultano sufficienti per poter preservare tutti gli operatori sanitari.

Considerando il fortissimo iperafflusso che invade le case circondariali e la necessità sempre più frequente che essi abbiano bisogno di assistenza, risulta difficile se non impossibile mantenere la distanza minima di 1 metro. Pertanto, come dichiarato dal capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, l’uso delle mascherine chirurgiche negli ambienti di lavoro è fortemente raccomandato, data l’impossibilità di mantenere la distanza minima di sicurezza.

Consapevoli che ad oggi tali presidi purtroppo scarseggiano in tutte le realtà sanitarie, chiediamo di non essere dimenticati, come sempre succede, preservando così la salute degli operatori sanitarie, degli agenti della polizia penitenziaria e degli stessi detenuti. Tra le varie mancanze, bisogna inoltre ricordare che ancora oggi, il personale sanitario non è stato ancora fornito di divise nonostante sia ben noto a tutti che tale dotazione spetta al datore di lavoro e che lo stesso abbia l’obbligo di fornire un kit di divise a tutti gli operatori sanitari in servizio e di provvedere al lavaggio dello stesso (D.Lgs. 81/2008). Purtroppo dobbiamo far presente che il personale sanitario è stato costretto a comprare ognuno le proprie divise, provvedendo quotidianamente a dover effettuare il lavaggio delle stesse presso le proprie abitazioni.

Infine vogliamo ricordare le criticità già denunciate da questa O.S. Fials in merito alle carenze igienico-sanitarie che, giorno dopo giorno, angustiano gli operatori, rendendo complicata e poco salubre la loro attività lavorativa: bagni inagibili, mancanza di carta igienica e sapone, mancanza di acqua calda se non da un solo rubinetto, spogliatogli assenti, muri intrisi di acqua e muffa in tutte le stanze, infissi ormai obsoleti con con entrata di aria fredda, termosifoni attivati solo da un mese con tutto l’inverno trascorso, durante il quale gli operatori si sono visti costretti dover indossare indumenti termici sotto la divisa per difendersi dalle rigide temperature soprattutto notturne.

Infine intendiamo segnalare che l’area sanitaria composta da infermeria e ambulatori non è mai stata sottoposta a una vera e propria disinfezione e sanificazione e che la pulizia giornaliera, affidata all’operato degli stessi ospiti della casa circondariale, viene effettuata solo ed esclusivamente sui pavimenti, tralasciando così tutte le restanti superfici.

In considerazione di quanto sopra descritto la scrivente O.S. Fials intende sollecitare la direzione di codesta Azienda sulla necessità di poter disporre di tutti i dispositivi di protezione individuali atti a fronteggiare tale emergenza e, in considerazione delle già denunciate carenze igienico/strutturali, chiediamo che vengano al più presto messe in atto azioni necessarie per fronteggiare tali problematiche. Inoltre, per quanto concerne la pulizia e la sanificazione degli ambienti sanitari, sarebbe opportuno affidarla a personale con specifiche competenze. Infine, anche in considerazione degli ultimi pericolosi eventi chiediamo di valutare in futuro il riconoscimento di una specifica indennità di rischio penitenziaria, così come avviene per altri soggetti della PA.

Redazione Nurse Times

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