Lo studio sui bambini italiani affetti dalla sindrome di Kawasaki, malattia infiammatoria che colpisce le arterie, in particolare il cuore dei bambini, è approdato su Lancet, una delle più prestigiose riviste internazionali. Lo studio è stato condotto dai pediatri dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che si erano insospettiti di fronte a numeri molto alti di una malattia che invece si diagnostica raramente. In un solo mese, l’ospedale bergamasco aveva infatti registrato tanti casi quanti se ne vedevano in tre anni (in Italia tra 250 e 400 all’anno).
I pediatri italiani sono i primi, attraverso una lettera a tutti gli iscritti alla Società Italiana di Pediatria, ad avviare una raccolta nazionale delle segnalazioni, raccomandando ai genitori di non aver paura di andare in ospedale e che, comunque, si tratta di sindrome ancora rara e curabile.
A Bergamo l’osservazione è iniziata su dieci bambini con sintomi simili alla malattia di Kawasaki, arrivati in ospedale tra il primo marzo e il 20 aprile. Otto bambini sono risultati positivi al Sars-Cov-2. Tutti sono sopravvissuti, ma quelli che si sono ammalati durante la pandemia hanno mostrato sintomi più gravi di quelli diagnosticati in passato.
I pediatri hanno poi proseguito lo studio retrospettivo su tutti i 29 bambini ricoverati con sintomi di Kawasaki dal 1° gennaio 2015 al 20 aprile 2020. Prima del marzo 2020 l’ospedale curava un caso di malattia di Kawasaki ogni tre mesi. Durante i mesi di marzo e aprile 2020, dopo l’insorgenza dell’epidemia di Covid-19, i bambini trattati sono stati dieci, e oggi sono saliti a venti. E non ci sono stati più ricoveri. Anzi, sono diminuiti di sei volte a marzo e aprile 2020.
Metà dei bambini (5/10) presentava segni di sindrome da shock tossico, mai rilevata nei casi precedenti, tanto che ben l’80% dei bambini (8/10) ha richiesto un trattamento aggiuntivo con steroidi. E se è vero, ribadiscono i pediatri, che solo una percentuale molto piccola di bambini infetti da Sars-cov-2 sviluppa sintomi della malattia di Kawasaki, è tuttavia importante comprendere le conseguenze del virus nei bambini, in particolare quando i Paesi di tutto il mondo si confrontano con piani per iniziare a ridurre le politiche di allontanamento sociale.
Milena Mazzone
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