Il presidente della Società italiana di terapia antinfettiva ha fatto il punto della situazione alla Camera dei deputati.
Sono oltre 200 i casi di positività da nuovo coronavirus Covid-19 registrati a oggi in Italia. Un dato che porta il nostro Paese al terzo posto mondiale per numero di casi, ma che, dicono gli esperti, è probabilmente dovuto a un numero molto alto di controlli effettuati sul nostro territorio.
Ieri mattina, alla Camera dei deputati, nel corso della tavola rotonda “Coronavirus: dubbi, certezze e fake news”, organizzato dall’Associazione Culturale ONLUS “Giuseppe Dossetti”, si è fatto il punto sulla situazione globale e italiana del contagio, sulle cure e sulla prevenzione. Tra i relatori, Matteo Bassetti, presidente della Società italiana di terapia antinfettiva (SITA), che ha rinnovato, attraverso un’analisi ragionata dei dati disponibili in letteratura, l’invito a non scatenare allarmismi ingiustificati e a confidare nell’eccellenza del sistema sanitario e dell’infettivologia italiana.
“Il nuovo coronavirus Covid-19 costituisce un problema sanitario globale, ma non può essere considerato una pandemia – ha detto Bassetti, che è anche professore ordinario di Malattie infettive e direttore della Clinica malattie infettive, ospedale San Martino di Genova –. Gli oltre 200 casi di positività rilevati in Italia non costituiscono un’epidemia. A oggi l’80% dei casi è confinato alla provincia di Hubei. Otto casi su dieci sono lievi, con sintomatologia simile all’influenza, e dall’11 febbraio in Cina si sta registrando una costante diminuzione dei casi. Un dato molto importante è il tasso di letalità, che in Cina è del 2,5%, ma fuori dalla Cina scende allo 0,4-0,8%. qQuesto è indicativo, perché gli altri Paesi, come l’Italia, sono arrivati preparati e hanno messo in atto tutte le misure del caso. Il nostro sistema sanitario è perfettamente in grado di gestire al meglio i casi di coronavirus”.
Bassetti ha fatto anche il punto anche sui possibili trattamenti: “A oggi non ci sono possibilità terapeutiche approvate per il Covid-19, ma possono essere impiegate molecole e antivirali in commercio. Sulla base dell’esperienza terapeutica di Sars e Mers sono in corso numerosi studi per la messa a punto di un vaccino, ma occorreranno dai sei ai nove mesi per averlo disponibile”.
Il presidente SITA ha concluso il suo intervento con una serie di messaggi utili: sì alla quarantena per i contatti dei casi accertati; importanti le regole di igiene e lavare bene le mani, ma le mascherine non servono a nulla ed è meglio lasciarle agli operatori sanitari; è fondamentale informarsi da fonti certificate e, soprattutto, continuare a prevenire le malattie infettive con i vaccini disponibili.
Redazione Nurse Times
Fonte: InSalute News
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