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Coronavirus, Anelli (Fnomceo): “Terza dose di vaccino? Affiancare infermieri al medico in studio”

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Recovery Plan, Anelli (Fnomceo): "Utilizzare i fondi per colmare le disuguaglianze di salute"
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Per il presidente della Federazione degli Ordini dei medici serve un nuovo modello organizzativo.

In vista di un’eventuale terza dose di vaccino anti-Covid, da effettuarsi sul territorio e dai medici di base, e non più in strutture allestite per la fase emergenziale come gli hub, la priorità è adottare un “nuovo modello organizzativo, aprendo subito un tavolo di confronto con il ministero della Salute”, ma anche “rafforzare il personale a disposizione”. L’indicazione operativa arriva da Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), che propone di potenziare l’azione sul territorio, affiancando ad esempio ai medici negli studi anche infermieri e assistenti.

La necessità di almeno un’ulteriore dose è stata ipotizzata dal commissario per l’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, in audizione alla Camera. Al momento, però, un’organizzazione delle vaccinazioni anti-Covid sul territorio in una nuova fase ordinaria non è ancora definita. “A oggi – spiega Anelli – ancora non sappiamo quando sarà opportuno e indicato fare la terza dose vaccinale, e gli studi attuali non sono per ora sufficienti a dare un’indicazione precisa di come e quando questa andrà fatta. Precisato ciò, penso che faccia benissimo il generale Figliuolo a predisporre un piano”.

E ancora: “E’ evidente l’esigenza di riportare il personale medico impiegato negli hub alla gestione dello smaltimento delle liste di attesa, aumentate durante il periodo di emergenza pandemica, e anche alla gestione di quella che abbiamo definito la pandemia silenziosa delle altre malattie, che hanno continuato a colpire anche durante la fase critica dell’epidemia da Covid-19. Dunque bisogna superare la fase di gestione emergenziale con gli hub, e l’eventuale fase del terzo richiamo anti-Covid dovrà essere necessariamente gestita dai medici sul territorio”.

Quanto al nuovo modello da definire: “Va considerato che i medici di base devono continuare a gestire anche il carico di lavoro delle patologie ordinarie. Per le vaccinazioni Covid è dunque fondamentale aumentare il personale a disposizione, affiancando al medico in studio anche assistenti e infermieri. Inoltre va modificato il sistema di prenotazione dei vaccini: non più attraverso le piattaforme regionali, ma attraverso la chiamata diretta del medico al paziente, come accade per il vaccino antinfluenzale. Di conseguenza la distribuzione delle dosi andrà calibrata secondo il fabbisogno dei medici. Bisogna comunque considerare che i carichi di lavoro per i medici potranno essere diluiti nel tempo, dal momento che l’eventuale richiamo potrà essere somministrato con gradualità nell’arco di mesi, e non concentrato in un breve periodo”.

Redazione Nurse Times

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