Imbarazzante retromarcia di Cgil, Cisl e Uil sulla pre-intesa del contratto del comparto sanità firmato all’Aran (VEDI)
Contratto del personale sanitario in standby. I sindacati confederali hanno inviato all’Aran le loro osservazioni: 34 tra aggiustamenti, coordinamenti del testo, correzioni di errori formali e modifiche, secondo quanto deciso durante la trattativa. I sindacati autonomi (quelli rappresentativi sono infermieristici) vogliono essere coinvolti nella revisione, giudicando “illegittimo e contro i diritti fondamentali e democratici” riaprire un contratto che di fatto non hanno firmato.
E già oggi l’Agenzia potrebbe mettere mano al testo e fissare una riunione per recepire più o meno le “correzioni” dei sindacati alla pre-intesa del 23 febbraio. Fatto sta che la Corte di Conti è ancora in attesa del testo da certificare o meno, anche se le premesse non sono tra le più soddisfacenti, vista la “delusione” manifestata dai magistrati contabili per il contratto degli statali (tracui quello del personale sanitario), almeno per i capitoli sulle retribuzioni.
Le “osservazioni” di Cgil, Cisl e Uil vanno dalla semplice correzione di rifermenti errati ad articoli del nuovo o dei vecchi contratti, a parti di cui si chiede la cancellazione perché inserite nel contratto dall’Aran senza in realtà essere state concordate. Un esempio è la disapplicazione della riduzione fino a 35 ore medie settimanali dell’orario di lavoro, prevista dal contratto del 1999 per il personale con orario articolato in più turni o secondo una programmazione plurisettimanale. Riduzione che, sottolineano i sindacati confederali, è presente invece nel contratto delle Funzioni centrali, già certificato dalla Corte dei conti.
Altro esempio: il servizio di pronta disponibilità, per il quale andrebbe cancellata la dizione non concordata “di norma” riferita ai turni notturni e nei giorni festivi. E ancora, sarebbe da cancellare la disapplicazione dell’articolo del contratto integrativo del 2000 riferito alla “Tutela dei dipendenti portatori di handicap”.
Tra le modifiche chieste dai confederali, invece, c’è anzitutto lo spostamento delle misure su salute e sicurezza del lavoro negli articoli che riguardano la contrattazione integrativa, a cui vanno aggiunti anche i criteri per l’assegnazione dello straordinario alle articolazioni aziendali, con riferimento a situazioni di carattere eccezionale.
Per quanto riguarda gli incarichi funzionali, i sindacati chiedono di “ verificare la possibilità di inserire, ove necessario, la dicitura ‘cat. D – livello economico DS’, al fine di evitare possibili errate interpretazioni”. Per quanto riguarda la tutela in caso di perdita della funzione, chiedono poi di fare ancora riferimento alle previsioni del contratto del 1999, in cui si tutelavano la posizione e la retribuzione: se “da almeno tre anni” il dipendente ha sempre “ottenuto valutazioni positive con riferimento ai risultati raggiunti, allo stesso viene attribuita la fascia economica successiva a quella di inquadramento.
Un’ulteriore richiesta è di aggiungere all’articolo sul trattamento economico degli incarichi la dizione: “In presenza di reiterate valutazioni positive, il peso delle stesse, ai fini dell’attribuzione del medesimo incarico, diviene elemento preponderante anche in sede di prima applicazione”. Questo vale soprattutto per gli incarichi di coordinamento, che di fatto, con la disapplicazione dell’articolo 4 del contratto del 2008 (e dell’accordo Stato-Regioni del 2007 con analoghi contenuti), sarebbe stato cancellato del tutto, senza neppure salvare chi finora ha conseguito il titolo secondo la norma di legge.
Poiché è disapplicato anche l’articolo 41 del contratto del 1999 (“Diposizioni particolari”), che riguarda i contratti individuali e che prevedeva una serie di tutele su permessi, concorsi, mansioni superiori ecc., i confederali chiedono di inserire la clausola: “Nella stipulazione dei contratti individuali le aziende e gli enti non possono inserire clausole peggiorative del CCNL, o in contrasto con norme di legge”.
Poi l’orario di lavoro. Niente recupero delle ore lavorate in maniera frazionata e, quindi, si chiede l’inserimento “chiaro” della specifica che le ore di mancato riposo “saranno fruite in un’unica soluzione, nei successivi sette giorni”. E secca è la richiesta di cancellare l’obbligatorietà dello straordinario, previsione che i sindacati giudicano “irricevibile”, cassando del tutto la dizione “Il lavoratore, salvo giustificati motivi di impedimento per esigenze personali e familiari, è tenuto a effettuare il lavoro straordinario”.
Chiesto anche di limitare il riferimento, per quanto riguarda la retribuzione in caso di infortunio sul lavoro, alle previsioni che riguardano la mancanza delle sole voci di trattamento accessorio, senza ulteriori riduzioni, che altrimenti renderebbero il caso analogo a quello delle retribuzioni per malattia. Per quanto riguarda il tempo parziale, i sindacati giudicano “arbitraria” la scelta di ridurre la percentuale di maggiorazione delle ore di lavoro supplementare eccedenti quelle fissate al 25% come limite massimo. Chiedono inoltre il ripristino del valore precedente – e vigente, sottolineano – del 50%.
Una modifica sostanziale al capitolo delle indennità è quella che prevede di cambiare la dizione “tecnico” con “sanitario”. Il problema è semplice: in caso di “particolari condizioni di lavoro”, la pre-intesa prevedeva che “al personale infermieristico e tecnico” fossero assegnate una serie di indennità per ogni giornata di servizio effettivo. La dizione “tecnico” avrebbe coinvolto nell’indennità gli operatori sociosanitari (oss), che avrebbero percepito così, con i circa 4 euro di indennità prevista, un importo maggiore degli infermieri. Sostituendo la parola “tecnico” con “sanitario”, le cose andrebbero a posto e agli oss spetterebbe l’indennità mensile lorda di 28,41 euro prevista per chi opera su un solo turno nelle terapie intensive e nelle sale operatorie.
I sindacati chiedono infine di eliminare la disapplicazione dell’articolo del contratto 2001 che riguardava l’indennità di rischio da radiazione, di tutelarsi da eventuali altri errori con l’aggiunta della frase “eventuali lacune che si dovessero verificare nell’ambito della disciplina del rapporto di lavoro per effetto delle disapplicazioni disposte dal presente e dai precedenti articoli, saranno oggetto di appositi contratti collettivi nazionali integrativi” e di reinserire nel contratto la struttura della retribuzione e le sue definizioni e quella della busta paga.
Ovviamente questa richiesta improvvisa e a tratti imbarazzante impone delle riflessioni.
CGIL CISL e UIL su pressioni del Partito Democratico e del ministro Madia, in prossimità della scadenza elettorale cerca di chiudere in fretta la partita contrattuale…ma si sa “La gatta frettolosa fece i gattini ciechi”.
Questo ripensamento ovviamente diluirà i tempi di attuazione dell’approvazione del contratto, con la Corte dei Conti che dovrà nuovamente ricevere la nuova bozza.
La ferma protesta degli infermieri ha portato i confederali a rivedere le loro posizioni e ammettere di aver partorito una bozza a cui non è stata portata la giusta attenzione!
…insomma un pasticcio a cui si cerca di rimediare, una bozza che forse i delegati sindacali firmatari non avevano neanche letto in sede all’Aran!
Redazione NurseTimes
Fonte: www.quotidianosanita.it
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