Il concorso indetto dall’Asl di Pavia ha avuto un esito del tutto inaspettato.
Solo un candidato è riuscito ad ottenere un risultato soddisfacente pertanto il direttore generale ha stabilito che, “a tutela dell’interesse pubblico” si debba procedere all’annullamento della prova.
L’unica partecipante ad aver ottenuto un punteggio sufficiente, dopo aver studiato a lungo e aver superato la prova concorsuale, dovrà rifare tutto daccapo.
Il concorso metteva in palio un unico posto di coadiutore amministrativo per il Dipartimento Prevenzione Veterinaria. La vincitrice, D.C.una donna di 39 anni, non otterrà il posto essendo stata lei troppo brava e gli altri troppo scarsi.
L’idoneità è stata fissata a 6 punti su un massimo di 9 disponibili ottenibili in 3 blocchi di domande. Terminata la procedura di selezione la commissione d’esame dichiara una sola candidata “idonea” con il punteggio di 8.
Sembrerebbe tutto molto semplice: un posto a disposizione ed una vincitrice ma purtroppo non è così.
“A tutela dell’interesse pubblico” un decreto del direttore generale stabilisce che sia necessario procedere all’annullamento della prova a causa dell’eccessiva complessità del test.
Ma gli avvocati della vincitrice non ci stanno e controbattono:
“Ma quale tutela dell’interesse pubblico. […] La tutela dell’interesse pubblico consiste nell’attribuire il posto a concorso al candidato più meritevole, l’unico che ha ottenuto l’idoneità», anzi in teoria «risultato ancor più meritorio tenuto conto della (pretesa) “eccessiva complessità” delle prove. Al contrario, la decisione assunta […] tutela […] semmai l’interesse di candidati palesemente non meritevoli di provare nuovamente a ottenere il posto a disposizione […]. Senza contare che il costo di una nuova selezione graverà sull’Azienda e, quindi, sui contribuenti”.
Simone Gussoni
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