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Concorsi truccati all’Asl Oristano: nuova tappa del processo “Ippocrate”

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Concorsi truccati all'Asl Oristano: nuova tappa del processo "Ippocrate"
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L’accusa punta a evidenziare anomalie finalizzate all’assunzione pilotata di medici e infermieri attraverso le agenzie interinali.

Nuova tappa del processo “Ippocrate” sui concorsi truccati alla Asl Oristano. L’ultima udienza è stata incentrata sul concorso per operatore socio-sanitario, con la testimonianza del luogotenente della Finanza, Alessandro Enna. Tra le anomalie evidenziate, una premessa: il concorso fu bandito nel 2010 dall’allora commissario Giovanni Panichi.

Il processo serve a evidenziare eventuali anomalie in due concorsi pubblici, finalizzate alla presunta assunzione pilotata di medici e infermieri attraverso le agenzie interinali. Gli indagati sono diversi: l’ex sindaco di Macomer, Antonio Succu, e l’ex direttore generale della Asl, Mariano Meloni. Insieme a loro, l’allora consigliere regionale del Partito dei Sardi e primario del reparto di Anestesia, Augusto Cherchi, alcuni dipendenti con ruoli apicali nei concorsi in oggetto, come il coordinatore infermieristico Salvatore Manai e i direttori dell’ufficio SPS, che ha competenze sulle assunzioni del personale, Angelo Piras e Gianni Piras. Infine i responsabili delle agenzie interinali, La Tempor Spa, di Nicola Contadini, e la E-Work, di Agnese Canalis.

Maria Giovanna Porcu, commissaria pro-tempore e iscritta nel registro degli indagati, aveva riaperto i termini nel 2016, nonostante i posti a disposizione fossero dieci e gli iscritti nel 2010 fossero ben 900. “Guardacaso – ha dichiarato Enna – i vincitori poi furono quasi tutti tra quelli iscritti nel 2016. Per esempio la ragazza e l’ex ragazza di Salvatore Manai, uno dei tre commissari del concorso, e Andrea Dore, ex vicesindaco di Flussio, iscritto al Partito dei Sardi”.

Il pm Marco De Crescenzo ha poi rivolto domande sulla commissione del concorso, presieduta da Giovanni Piras, direttore del Servizio professioni sanitarie, e quindi presidente di diritto. C’era anche Salvatore Manai, nominato dalla commissione collegiale il 21 ottobre 2016. Secondo l’accusa, Manai, avendo un incarico politico come segretario di Oristano del Partito dei Sardi, sarebbe stato incompatibile. Il ruolo politico emergerebbe, secondo quanto detto da Enna, dalle intercettazioni tra il consigliere regionale Augusto Cherchi e lo stesso Manai.

Per quanto riguarda il concorso, sono stati forniti i dettagli della prova preselettiva, tenuta a Mogoro: un test con 30 quiz a risposta multipla; 1.400 i concorrenti, per 150 posti disponibili. Appena cinque giorni prima del concorso, in programma il 7 dicembre, erano stati resi disponibili, sul sito della Asl, 1.541 quiz, predisposti dai tre commissari. Il giorno del concorso la commissione consegnò alla Sgt (esecutrice materiale del concorso), una chiavetta con 156 domande, distribuite in cinque buste da 30 domande, più sei di riserva. “In una successiva perquisizione a casa di Salvatore Manai ne avevamo trovato copia cartacea”, ha reso noto Alessandro Enna.

Ma la vera chicca del concorso riguarda le 1.541 domande rese disponibili pubblicamente: “Un terzo era scritto con carattere minuscolo – ha dichiarato il luogotenente della Finanza –. E le 156 del concorso provenivano tutte da quelle minuscole”. Evidentemente è stato ritenuto dagli inquirenti un segno distintivo per coloro che sono stati agevolati nel concorso.

Le domande del pm De Crescenzo si sono poi incentrate su un’intercettazione telefonica, successiva al concorso, tra Liliana Marteddu e Salvatore Manai, allora fidanzati. Marteddu accusava di fatto Manai di aver agevolato non solo lei: “Quando vincerai il concorso senza di me ne riparleremo”, diceva al telefono Manai. “Anche Emanuela Oggianu lo deve a te”, rispondeva Liliana Marteddu, evidentemente irritata per non essere stata l’unica ad avere fruito dei suoi “favori”.

Durante l’udienza il pubblico ministero ha poi chiesto lumi al teste su quanto successo la mattina del 17 maggio 2017, quando la Finanza chiamò Stefano Angotzi, sindacalista e segretario del Montiferru del Pds, per sommarie informazioni. Durante il colloquio lo chiamava ripetutamente al telefono l’avvocato Marco Pinna di Cabras. Nel pomeriggio, poi, alle 18:02, il fratello di Marco Pinna, Enrico, ha chiamato con toni preoccupati Salvatore Manai: “Aspettami, che ho litigato con Eva (fidanzata, 11esima classificata nel concorso, ndr). Vengo a prenderti, che è successo un casino”.

Dopo 28 minuti, alle 18:30, i finanzieri intercettano una telefonata tra Augusto Cherchi e Salvatore Manai: “Ho urgenza di parlarti, e da soli”, dice Manai. Subito dopo, Salvatore Manai chiama anche la fidanzata, Liliana Marteddu: “Più tardi ci vediamo cinque minuti”. Lei risponde: “Per venire a Sassari, vuol dire che è successa roba”. Quindi lui la rimprovera: “Liliana, per telefono no”. E lei chiude: “Ma sei preoccupato? Ho già capito che non rientro in quella cosa”.

L’udienza è poi proseguita con le domande degli avvocati della difesa. Tutti hanno cercato di smontare l’accusa sul ruolo politico degli indagati all’interno del Partito dei Sardi. “Non ci sono atti ufficiali che dimostrino incarichi emersi da congressi”, hanno detto gli avvocati, riferendosi a Manai e Piras. Il luogotenente Enna ha risposto affermando di non aver mai chiesto riscontro al partito, ma di aver appreso degli incarichi da intercettazioni telefoniche e da presunte liste trovate a casa del consigliere regionale Augusto Cherchi.

Redazione Nurse Times

Fonte: ORNEWS

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