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Competenza e professionalità in risposta all’ignoranza mascherata da saggezza di chi continua ad insultare pubblicamente gli infermieri

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Solitamente non mi piace esprimermi pubblicamente su quello che faccio, sul lavoro che ho scelto. SOLITAMENTE. Oggi no. Ho sempre pensato che la mia professione, quella infermieristica, non abbia bisogno di essere difesa: nonostante le polemiche, le ambiguità, le lotte in sospeso, sono sempre stata fermamente convinta che sia una professione nobile, di quelle che con il tempo spazzano via le cattiverie gratuite, squarciano l’ignoranza della gente (ahimè, ancora troppa); che si difendono da sole, insomma.

Ma la storia andata in onda ieri a Mattino Cinque, dove venivano profuse con generosità spaventosa accuse gratuite alla classe infermieristica per la morte di un pover’uomo (per cui esprimo il mio più sentito cordoglio, e per il quale mi auguro sia fatta giustizia – ma quella vera, non quella da salotto) senza nessuna cognizione di causa accertata, dove una delle colpe gravi era quella di non essersi offerti di fare una camomilla mentre il paziente in questione era in preda al vomito, ha indignato anche me.

Non per la camomilla in sé, per carità! (Mi spiace solo che il giornalista in questione abbia sentito la profonda esigenza di ergersi a giudice e far prendere aria alla bocca senza pensare che chiunque sano di mente, o almeno con qualche neurone funzionante, non penserebbe mai di offrire una camomilla a un uomo in preda ai conati, neanche il peggior infermiere LAUREATO sulla faccia di questa terra!)

Non perché sia l’ennesima accusa generalista che infanga una professione che non lo merita.

Mi ha indignata per la sconcertante ignoranza che dilaga oggi, nel 2019, in queste trasmissioni che dovrebbero informare, non deformare.

Competenza e professionalità in risposta all’ignoranza mascherata da saggezza di chi continua ad insultare pubblicamente gli infermieri
Piera Palazzi, Infermiera dal 2014

Perché posso anche giustificare, addirittura accettare, l’ignoranza inconsapevole; ma non posso tollerare l’ignoranza mascherata dei millantatori di saggezza ed ingegno.
Inutile spiegare loro che per ogni infermiere killer, poco meritevole, condannato dai media ce ne sono centinaia, migliaia che ogni giorno salvano persone. Non vite, PERSONE.

Inutile spiegare che dietro le spalle di ogni medico che cura la malattia ci sono decine di infermieri che collaborano e cooperano alla cura non della patologia, ma della PERSONA.
Inutile rielaborare argomenti triti e ritriti.

Il mio augurio sincero è soltanto uno, per me e i miei colleghi: quello di non scoraggiarsi e non arrendersi mai. L’ignoranza lascia il tempo che trova, la competenza e la professionalità no; il sorriso di chi ringrazia e lo fa di cuore neanche.

L’altro augurio lo faccio invece ai portatori di ignoranza sopracitati: lo so, non è colpa vostra se discorrete di noi in questo modo, dopotutto è complicato parlare di una realtà che non si conosce; tutt’altra storia è quando certe cose si toccano con mano e si vivono in prima persona. Per l’appunto, vi auguro che, nel momento in cui avrete bisogno di un infermiere, voi o i vostri cari (perché, inutile nasconderlo, cari colleghi! Prima o poi tutti avranno bisogno!!), ne troverete uno che fa parte di quella moltitudine di angeli che salvano persone.

L’ignoranza si combatte con la conoscenza. Come ho detto prima, la NOSTRA PROFESSIONE si difende da sola. Deve farlo. Lo farà.

Dr.ssa Piera Palazzi

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