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Coina: lettera alla Presidentessa Mangiacavalli

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Mangiacavalli su nuovo contratto: "Su funzioni di coordinamento si è un po' pasticciato"
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Di seguito la presa di posizione dell’associazione Coina (Coordinamento infermieristico autonomo) per la tutela dell’immagine e la professionalità degli infermieri.

”Gent.ma Presidentessa Barbara Mangiacavalli”, 

come Coina le scriviamo in qualità di associazione sindacale di categoria a difesa delle professioni sanitarie. Nello specifico le vogliamo comunicare il malcontento e la sfiducia crescenti che i Professionisti Infermieri hanno iniziato a nutrire verso il proprio Ordine professionale, e che, costantemente, si alimenta da quella che è percepita come una immobilità dei nostri Rappresentanti di categoria, i quali sembrerebbero non volersi contrapporre alle forze che continuano ad indebolire la figura Infermieristica e la sua professionalità.  

Come associazione di categoria, nel corso degli anni, abbiamo dovuto mandare giù bocconi sempre più amari, come le promesse di un’area contrattuale infermieristica autonoma, concluse nell’ottobre 2020 con la diffida da parte della FNOPI a tutti gli Ordini provinciali nel partecipare alle manifestazioni per richiedere un contratto separato delle professioni sanitarie, o come l’interesse al contrasto del demansionamento infermieristico, concluse con la candidatura di Presidenti provinciali OPI pro demansionamento infermieristico.

Ed ora, come se non bastasse, dobbiamo assistere alla paralisi della FNOPI di fronte alle continuative appropriazioni di specificità della figura infermieristica da parte di altri operatori e professionisti sanitari. 

Siamo di fronte ad un processo di erosione della professionalità, quella infermieristica, che da un lato sembra rimanere in balia degli sviluppi della figura dell’operatore socio sanitario mentre dall’altro non riesce a trovare sbocchi per quel tanto atteso riconoscimento professionale auspicato dalla stessa FNOPI.  

La realtà dei fatti è che, all’interno dei reparti, gli infermieri portano i carrelli del vitto e svolgono il c.d “giro letti” mentre gli operatori socio sanitari, nati sulla carta per sopperire la figura dell’infermiere generico, si ritrovano ad eseguire ECG o somministrare terapie. 

Tutti noi pensavamo che lo sforzo promulgato dalla categoria degli infermieri durante tutto questo periodo di pandemia potesse servire ad elevare la figura infermieristica, così da poter contribuire al raggiungimento dei famosi 8 punti che la stessa FNOPI ha pubblicizzato nelle fasi più dure nel contrasto del Virus.  

Invece siamo costretti a prendere atto della scarsissima considerazione che le autorità dimostrano per la figura infermieristica, costretta a subire la peggiore delle umiliazioni, a seguito delle recenti novità, tramite le quali qualsiasi professionista in ordine e grado verrà riconosciuto idoneo (previo corso online) nell’esercizio di mansioni prettamente infermieristiche, e per esercitare le quali gli infermieri hanno dovuto superare un lungo percorso di studi, nonché altrettanta pratica sul campo.  

Ad oggi scopriamo che per inoculare un vaccino e per gestire i possibili inconvenienti basta eseguire un corso FAD online di poche ore, così da abilitare una moltitudine di professioni sanitarie che poco hanno a che fare con l’utilizzo e la somministrazione di farmaci. 

Ovviamente tutti noi ci saremo attesi una forte presa di posizione da parte della nostra Federazione che purtroppo non è mai arrivata.

Una immobilità questa che incentiva una pericolosa e inaccettabile deregulation sanitaria. Tutti noi comprendiamo il periodo storico e la necessità di una aumentata copertura vaccinale per la popolazione, ma questo non può venire a discapito della salute e della sicurezza dei pazienti, nonché della professionalità di una categoria di lavoratori.  

Alla luce di quanto esposto ci attendiamo dalla FNOPI, una forte presa di posizione verso le recenti abilitazioni all’esercizio della pratica vaccinale, così da scoraggiare queste irragionevoli iniziative governative, ed inoltre, il continuo impegno nel raggiungimento di quei riconoscimenti professionali che in parte aiuterebbero a frenare l’emorragia di personale sanitario che ogni anno scappa verso Nazioni maggiormente garantiste e con trattamenti economici di gran lunga migliori. 

Fiduciosi di un Vostro riscontro, porgiamo cordiali saluti. ”

Il Segretario Nazionale Coina Marco Ceccarelli 

 Il Presidente Coina Schiavoni Terenzio

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