“La scelta del Ministro della Salute Roberto Speranza di vaccinarsi contro il Covid nello studio del suo medico di famiglia è un bel segnale” ha detto Filippo Anelli, presidente della Fnomceo.
Secondo Anelli è un bel segnale perché “è un riconoscimento del valore che la rete dei 40mila medici di medicina generale ha per il Servizio Sanitario nazionale e per tutti i cittadini. E, soprattutto, è un indicatore evidente del fatto che, nella gestione della pandemia, stiamo passando dalla fase emergenziale alla normalità”.
Le parole del presidente dell’Ordine nazionale dei Medici ha così commentato, riporta il sito ufficiale di Fnomceo, le dichiarazioni rilasciate ieri dal Ministro a Che Tempo che Fa e rilanciate oggi con un post sulla sua pagina Facebook.
“È il momento di programmare la chiusura degli hub, affidando la campagna vaccinale, e la somministrazione del terzo richiamo, alla rete dei medici di medicina generale, opportunamente potenziata. È il momento, come ha detto il Ministro, che le palestre, i centri congressi, le stazioni, tornino alle funzioni per cui sono stati progettati. E, aggiungo, che il personale specialistico e infermieristico operante nei centri sia liberato e messo nelle condizioni di occuparsi anche delle altre malattie. Delle patologie cardiovascolari, oncologiche, degenerative; di quella “pandemia silenziosa” che, accanto alle vittime del Covid, ha purtroppo fatto annoverare quelle delle patologie trascurate, diagnosticate o curate in ritardo. Per la paura dei pazienti di infettarsi durante visite ed esami, o perché tutto il personale era dirottato, appunto, nella cura e gestione del Covid” ha detto Anelli.
“È ora di cambiare i nostri schemi mentali – continua il Presidente Fnomceo -. Possiamo abbandonare le strategie di gestione dell’emergenza e organizzare la normalità. Riportare le vaccinazioni sul territorio, negli studi medici, o anche a domicilio, ridandole in mano ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta, agli specialisti ambulatoriali, ai medici di continuità assistenziale, dell’emergenza territoriale, della medicina dei servizi, affiancati da un infermiere, un assistente sanitario o di studio, un collaboratore amministrativo. Il modello deve essere quello, che ha retto alla prova del tempo, della vaccinazione stagionale contro l’influenza. Unito però a quello dei microteam, per una più efficace ed efficiente organizzazione”. Per fare tutto questo serve “rafforzare la medicina del territorio“.
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