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Ccnl medici, Di Silverio (Anaao-Assomed): “Senza accordo economico, non chiudiamo”

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Ccnl medici, Di Silverio (Anaao-Assomed): "Senza accordo economico, non chiudiamo"
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Interviststo dal Sole 24 Ore, Piero Di Silverio, segretario Anaao-Assomed, fa il punto sulle trattative in Aran per il rinnovo del Ccnl medici.

“Le Regioni hanno fatto timidi avanzamenti, ma siamo ancora nel pieno della trattativa e non basta: a noi serve un passo coraggioso rispetto all’orario di lavoro eccedente, e quel passo ancora non c’è stato. I presidenti devono trovare il modo di giungere a un accordo economico con noi su quelle che sono le ore che oggi regaliamo per il ‘risultato’. Raggiunto questo obiettivo, il contratto lo chiudiamo. Altrimenti non andiamo oltre ottobre, perché ormai le trattative sono serrate”. Piero Di Silverio, segretario dell’Anaao-Assomed, si appresta alla ripresa delle trattative in Aran sul Ccnl dei medici 2019-2021, in calendario il 20 e il 21 settembre, con molta cautela sugli esiti immediati.

Quale passo aspettate dalle Regioni?

“Il tema è sempre lo stesso: l’orario di lavoro eccedente che non possiamo permettere sia regalato, è una delle cause di burnout dei colleghi. Questo principio è stato compreso ma il nodo economico resta e nella sostanza l’accordo non c’è”.

In soldoni, è proprio il caso di dirlo, cosa manca?

“In soldoni le Regioni hanno un problema che comprendo benissimo: se chiedo quello che mi spetta vanno in crisi anche loro, perché con la carenza di personale passare dall’avere 300 ore per dipendente in maniera gratuita al non disporne più e con il tetto di spesa sulle assunzioni, devono capire come fare. Mentre la legge dice che effettivamente posso dare delle ore in più rispetto all’ordinario per raggiungere il risultato, noi vogliamo stabilire un tetto a questo ‘extra’: dopodiché tutto quello che c’è in più dev’essere pagato. Il punto è capire se le Regioni sono disponibili a pagarci in prestazione libera aggiuntiva tutto quello che eccede, oppure no”.

A quali fondi potrebbero attingere le Regioni, viste le condizioni in cui versano?

“Ci sarebbero i fondi per le liste d’attesa, in fondi della Balduzzi, a fronte del fatto che nel contratto c’è ancora scritto che i medici mezz’ora del loro aggiornamento professionale possono destinarla per ridurre le liste stesse. Noi medici questo contributo già lo diamo: chiederci di continuare a farlo in modo gratuito – perché poi il risultato dovrebbe essere sulla scorta degli obiettivi e non della copertura dei turni per carenza di personale – non lo possiamo accettare”.

Quindi la soluzione per firmare potrebbe arrivare dai fondi per le liste d’attesa. Da ultimo, dai 380 milioni arrivati con il Decreto Milleproroghe?

“Ma certo: la riduzione delle liste d’attesa può essere un obiettivo di risultato. Come “risultato” si potrebbe inserire l’abbattimentgo delle liste d’attesa, utilizzare i fondi della Balduzzi più quella mezz’ora che già è contemplata nel contratto e utilizzare il miliardo che già hanno avuto le Regioni proprio per tagliare le liste”.

Quei soldi, forse, sono stati già impiegati per altro…

“Il punto è che anche le Regioni vengono da un momento drammatico, con il Covid che le ha depauperate. D’altro canto i presidenti devono capire che se loro non hanno più soldi, noi non abbiamo più il tempo di aspettare”.

Come vedete l’ipotesi, prospettata dal ministro Schillaci, di una defiscalizzazione degli straordinari?

“Prima di tutto dovrebbero pagarceli, gli straordinari, e sono 10 milioni di ore che mancano all’appello. Detto ciò, sulla defiscalizzazione siamo sempre stati d’accordo tanto da averla proposta noi già l’anno passato ma io dico: iniziamo con il defiscalizzare il lavoro ordinario, poi se ci sono i soldi anche lo straordinario. Per riconoscere l’attività di un medico non si deve defiscalizzare il lavoro in più che fa – e che per altro oggi neanche gli viene pagato – ma bisogna partire da una defiscalizzazione dell’indennità di specificità, che caratterizza proprio l’essere medico. Questo sì, sarebbe sì un segnale politico del riconoscimento dell’importanza del nostro ruolo”.

In ogni caso, questo è tema da Legge di Bilancio, mentre siete ancora fermi alle trattative sul Ccnl 2019-2021… Quali orizzonti vi siete dati?

“Dipende dai passi avanti che attendiamo: se una volta arrivati alla prossima settimana non ne saranno stati fatti di adeguati, è inutile continuare a parlarsi. Non andremo oltre ottobre”.

Anche sulla base di quello che spunterà per la manovra…

“Esattamente. Ne va, tengo a ricordarlo, della tutela dei pazienti. Lo dico con franchezza: paradossalmente, se privatizzano la sanità a me, in quanto medico, conviene: mi pagano il triplo e lavoro di meno. Ma sulla tenuta del Ssn non abbiamo intenzione di cedere”.

Redazione Nurse Times

Fonte: Il Sole 24 Ore

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