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Casa di riposo nega l’aspettativa non retribuita e part-time: Infermiera madre obbligata alle dimissioni

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Un’Infermiera operante presso una casa di riposo di Cene è stata costretta a rassegnare le proprie dimissioni dopo essersi vista respingere la richiesta di part-time da parte del datore di lavoro.

La donna, madre di tre figli, avrebbe esposto le proprie ragioni in una lettera indirizzata al proprietario della struttura, al Comune, al presidente della Provincia Matteo Rossi e ai sindacati.

Figura 1: il Comune di Cene

 

Un sindacato ha reso nota la vicenda: “È una vergogna – spiega Giulio Pennacchia, della Funzione pubblica Cisl -: il Papa che parla di famiglia, il ministro che lancia il bonus mamma, i partiti che occupano i parchi per appoggiare le rivendicazioni familiari, i numerosi spot che spingono a richiedere il part time, e intanto nella civilissima Bergamo una mamma di tre figli è costretta a dare le dimissioni perché non le viene concesso né part time né aspettativa non retribuita. È quasi immorale”.

L’operatrice Sanitaria “non ha potuto far altro che dimettersi – prosegue la nota del sindacato – dopo il tempo passato inutilmente a richiedere che le fosse riconosciuto quello che dovrebbe essere un diritto”.

Nella lettera la donna si dice fortemente delusa “per la scarsa attenzione posta in essere dai responsabili del Comune di Cene”.

Figura 2: la Casa di Riposo denominata “Casa della Serenità”, gestita direttamente dal Comune con proprio personale.
Giorgio Valoti, sindaco di Cene, ha raccontato la propria versione dei fatti:

Mi dispiace per la signora, ma non era proprio possibile accontentarla per una questione di organizzazione interna – spiega il primo cittadino -.

Abbiamo quattro infermiere, dipendenti del Comune, che ruotano a turno: un part time ci avrebbe messo in difficoltà. Anche l’aspettativa non avrebbe risolto il problema.

In una casa di riposo tutto deve ruotare attorno agli ospiti come un orologio svizzero: amministrazione, parte politica, dipendenti”.

Figura 3: il sindaco Giorgio Valoti

 

Circa 40 dipendenti orbitano attorno alla struttura sanitaria, pur non essendo tutti dipendenti del Comune. Valoti sottolinea anche I severi vincoli riguardanti la gestione del personale che le amministrazioni pubbliche devono rispettare.

L’anomalia di avere una casa di riposo comunale rende ancora tutto più difficile.

Faremo il possibile per regalarla a qualcuno perché è sempre più difficile da gestire”, conclude il sindaco.

Simone Gussoni

Fonti: BergamoToday

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