La Regione Campania, durante i mesi più critici della pandemia da Covid19, aveva attivato presso un Azienda Ospedaliera napoletana di alto prestigio il primo reparto specifico per le donne in attesa, contagiate da Covid differenziando i percorsi nascita per garantire la sicurezza di tutte le neo mamme.
Un reparto fondamentale per combattere l’infezione, in uno dei momenti di vita più delicati: quello della gravidanza.
Questa Azienda campana è il punto nascita più grande della Regione con più di 2.500 parti l’anno con una stima che andrà ben oltre i 2.800.
A distanza di mesi, la situazione come si presenta?
Purtroppo la realtà non è rosea, anzi.
Ad oggi, purtroppo il Dipartimento materno/infantile di quest’Azienda Ospedaliera, presenta una carenza di personale severa e cronica.
Alcune sigle sindacali hanno denunciato che, nel Dipartimento, che accoglie anche il Pronto Soccorso Ostetrico, diversi servizi e prestazioni soffrono di vuoti assistenziali importanti, a discapito delle pazienti, che molto spesso sono state collocate anche in barella, per mancanza di posti letto.
Un piano del Dipartimento è purtroppo completamente chiuso per mancanza di personale, mentre altri due piani dispongono per turno di solo due infermieri per 30 pazienti. Gli operatori socio sanitari non sono disponibili per ogni turno e per ogni piano.
Anche una sala parto vista la mancanza di posti letto in degenza, sembra come denunciato sempre da alcune sigle sindacali, essere stata occupata da cinque posti letto.
In Regione sono stati espletati, in questi due anni, diversi concorsi per varie figure professionali (O.S.S., Infermieri, ect.), concorsi in realtà banditi nel lontano 2018, e solo quest’anno finalmente terminati. Tra le Aziende Ospedaliere che hanno graduatorie in itinere se ne contano almeno tre.
Anche la stessa Azienda Ospedaliera in questione ha in attivo una graduatoria di O.S.S. e una di Infermieri.
Perchè la Regione Campania e tutte le realtà ospedaliere in difficoltà, non attingono da queste gradutorie? Perchè vengono banditi nuovi concorsi, senza prima assumere personale pronto e disponbile in attesa da mesi nelle graduatorie?
Non sarebbe più economico e veloce un reclutamento da graduatorie già pronte, non passerebbero comunque altri mesi prima che un nuovo concorso venga bandito e espletato, rubando tempo utile?
Purtroppo la Legislazione, sulla questione delle graduatorie, non è molto chiara.
Non tutti i Giudici ritengono che l’assunzione mediante lo scorrimento delle graduatorie rappresenti un diritto tutelabile in tribunale.
La Giurisprudenza ha molto spesso varato decisioni differenti sulla questione “diritto allo scorrimento delle graduatorie”.
In alcune sentenze viene deciso che lo scorrimento delle graduatorie non rappresenta un “diritto” dei cittadini, né tantomeno esisterebbe un corrispondente “dovere” in capo alle Amministrazioni locali o nazionali all’assunzione.
La motivazione è che “la posizione vantata dal soggetto idoneo in graduatoria è di mera aspettativa verso lo scorrimento” (così si è espressa la sentenza Cons. Stato, Sez. V, 1 marzo 2005, n. 794 e altre).
In altre sentenze invece si afferma l’esatto opposto: alcuni Tribunali ritengono infatti che il concorsista vanti un vero e proprio diritto all’assunzione attraverso lo scorrimento di graduatorie ancora valide.
Nelle sentenze a favore dello scorrimento delle graduatorie il Giudice precisa che il riconoscimento del diritto alla nomina mediante scorrimento della graduatoria è subordinato all’accertamento di una decisione dell’Amministrazione di coprire il posto “decisione la quale equivale sostanzialmente a quella che avvia la procedura di concorso, che presuppone una vacanza di organico e che deve esprimere l’interesse concreto ed attuale dell’amministrazione di procedere alla sua copertura”.
In definitiva, solo la presenza di tale presupposto può determinare l’obbligo per la P.A. di servirsi della graduatoria entro il termine di efficacia della stessa precludendole di bandire una nuova procedura concorsuale, non essendo altrimenti obbligata all’assunzione dei candidati non vincitori in relazione a posti che si rendano vacanti (a qualsiasi titolo) e che l’amministrazione stessa non intende coprire.
La magistratura amministrativa ha comunque evidenziato la necessità di attuare una regola generale, che possa assicurare la trasparenza degli atti e delle amministrazioni pubbliche.
E’ legittimo però chiedersi, anche in un panorama legislativo ancora poco chiaro, anche se le Amministrazioni Pubbliche non sono legalmente vincolate, perchè queste, in un contesto cosi grave come una pandemia (che ha evidenziato tante lacune in troppe Regioni italiane), decidono di non attingere da graduatorie già in essere, rischiando livelli assistenziali inefficaci come denunciato dai sindacati nel napoletano, e addirittura bandiscono nuovi concorsi pubblici lasciando centinaia di lavoratori “a marcire” nelle graduatorie?
Il nuovo Decreto Reclutamento pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 9 giugno 2021, n. 80 (c.d. “decreto reclutamento”), recante “Misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per l’efficienza della giustizia” (testo in calce) ha stabilito che, in caso di più graduatorie di concorso, lo scorrimento dovrà essere fatto attingendo alla graduatoria più vecchia e non contemporaneamente a tutte quelle aperte. In modo da privilegiare i lavoratori che da più tempo aspettano il reclutamento.
Per i concorsi da indire, invece grazie al Decreto, si spingerà per modelli più veloci e trasparenti e per uno scorrimento più rapido. Nascerà un portale unico per il reclutamento, in grado di gestire tutti i concorsi sul territorio nazionale, che sarà disponibile entro la fine dell’estate 2021.
Si spera quindi che, non solo la Campania ma tutte le Regioni in questa stessa situazione di oggettiva carenza di personale, diano l’opportunità, prima di bandire nuovi concorsi, a chi ha già partecipato a concorsi pubblici e magari si ritrova come idoneo in più graduatorie di terminare “l’eterna attesa” e finalmente di lavorare, in modo da ripristinare velocemente il personale assente, e non permettere più sistemi di ricovero davvero “brutali” come quelli in barella.
VALERIA PISCHETOLA
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