L’Azienda promette di prolungare fino a un totale di 12 mesi i contratti di chi non ha completato l’anno di servizio. Ma permane lo stato di agitazione.
L’incontro di ieri tra una delegazione sindacale del Nursind e i vertici dell’Asl Brindisi ha evitato il sit-in degli infermieri previsto per questa mattina davanti ai cancelli della sede della direzione generale dell’Azienda. Lo ha reso noto Carmelo Villani, segretario provinciale del sindacato infermieristico, che però ha confermato il perdurare dello stato di agitazione della categoria.
«Le rassicurazioni ricevute dal direttore generale dell’Asl, Giuseppe Pasqualone – afferma –, hanno permesso di cancellare la manifestazione di protesta. Se alle parole seguiranno i fatti, l’emergenza contingente potrà essere superata, sebbene rimangano sul campo i problemi atavici che da tempo denunciamo. Per questo motivo lo stato di agitazione degli infermieri proseguirà finché non saranno assunte decisioni che puntino a superare le difficoltà di cui la nostra categoria soffre, non solo all’ospedale “Antonio Perrino”, ma in tutte le strutture aziendali».
Il segretario del Nursind aveva indetto il sit-in di protesta a causa della mancata proroga dei contratti degli infermieri che fino al 31 dicembre hanno lavorato per l’Asl. Mancata proroga che, secondo il sindacato, avrebbe provocato una carenza di personale in alcuni dei reparti nevralgici degli ospedali e il blocco operatorio del “Perrino”.
Prosegue Villani: «Conosciamo bene gli stringenti vincoli di bilancio a cui è sottoposto l’intero comparto della sanità regionale e, a questo proposito, sappiamo che poco si può fare. I vertici Asl, però, ci hanno garantito che produrranno il massimo sforzo per prolungare i contratti di quegli infermieri che non hanno completato per intero l’anno di servizio, fino a totalizzare 12 mesi di lavoro. Questa misura contribuirà temporaneamente a sopperire alle carenze di personale infermieristico, che però non saranno risolte organicamente».
Il problema, quindi, è solo posticipato, ma al momento questa manovra pare sufficiente a evitare blocchi e proteste. I motivi che avevano portato il Nursind a minacciare le barricate risalgono al mese di ottobre, in fase di programmazione regionale dei fabbisogni delle aziende sanitarie pugliesi. “Chiediamo alla Regione – si legge in una nota stampa rilasciata dal sindacato prima della revoca del sit-in – una seria programmazione del fabbisogno del personale infermieristico. Lo avevamo preannunciato a ottobre, quando fu presentato dall’Asl il Piano triennale del fabbisogno. Lo abbiamo ribadito pochi giorni fa, alla scadenza dei contratti a tempo determinato”.
In quell’occasione l’Asl avrebbe comunicato di non poter coprire le carenze, essendo posti vacanti e non sostituzioni, come messo nero su bianco nel verbale della riunione delle delegazioni trattanti del 21 novembre. Per aggirare l’ostacolo, quindi, si dovrebbe ricorrere al prolungamento dei contratti di quegli infermieri che non hanno completato per intero l’anno di servizio presso le strutture aziendali.
Altro problema sollevato dal Nursind è il demansionamento a cui sono sottoposti gli infermieri, costretti a svolgere compiti non previsti dal contratto per sopperire alla carenza di operatori sociosanitari, che ora saranno assunti con il concorsone regionale bandito qualche tempo fa. Il rischio paventato dal sindacato è che, con l’ingresso degli oss, si possa pensare di fare a meno di qualche infermiere, cosa che viene stigmatizzata in anticipo. «Si sappia e si ricordi, a scanso di equivoci, che abbiamo denunciato più volte, dal 2015, il demansionamento infermieristico, ma gli operatori sociosanitari non possono sostituire gli infermieri», conclude Villani.
Redazione Nurse Times
Fonte: Quotidiano di Puglia
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