Ha donato il proprio utero alla sorella gemella che era nata senza, così da permetterle di diventare madre. E questo gesto d’amore si è tradotto in una grande e tanto aspettata gioia: il primo bambino al mondo nato dopo un trapianto di utero tra due sorelle gemelle omozigoti
Lacrime di gioia. Tanto desiderate. Tanto aspettate. Questo ha significato, per una donna di origini serbe di 38 anni residente in Italia, il parto eccezionale verificatosi ieri mattina all’ospedale Sant’Orsola di Bologna. Perché era nata senza utero, a causa di una malformazione congenita.
Ma il destino, la sorte, Dio o semplicemente la dea bendata, hanno voluto che avesse una sorella gemella dall’animo talmente sensibile, altruista e pieno d’amore per lei da compiere un gesto incredibile: donarle il suo utero, così da rendere possibile il suo sogno di procreare.
Il trapianto, avvenuto nel marzo del 2017 presso la clinica universitaria pediatrica di Belgrado, è stato eseguito dall’équipe medica svedese del professor Mats Brännström, con la collaborazione di Milan Milenkovic, Mirorslav Djordjevic e Stefan Tullius, direttore della divisione trapianti del Brigham and Women’s Hospital presso la Harvard Medical School.
Dopodiché il trattamento di procreazione assistita, effettuato allo Stockholm Ivf, con un embrione crioconservato e cui ha fatto seguito una gravidanza assolutamente regolare. Quindi la nascita, con taglio cesareo, di un maschietto di 2,970 Kg in perfetta salute; il primo bambino al mondo nato dopo un trapianto di utero tra due sorelle gemelle omozigoti.
Così ha spiegato, come riportato da Repubblica, Mats Brännström, direttore della clinica Stockholm Ivf e pioniere della tecnica del trapianto di utero: “Quella di oggi è una pietra miliare sia nel campo della medicina della riproduzione che in quello dei trapianti. Questo successo si aggiunge a quelli già ottenuti nei trapianti madre-figlia in cui abbiamo una percentuale di bambini nati dell’85 per cento”.
Un “risultato incredibile”, secondo direttore scientifico del Sismer di Bologna Luca Gianaroli, “frutto della combinazione di alcune delle più sofisticate tecniche chirurgiche e delle importanti innovazioni tecnologiche nel campo della procreazione assistita, che oggi permettono di offrire soluzioni anche a casi di infertilità e sterilità fino ad ora considerati senza speranza, se non ricorrendo alla maternità surrogata, tecnica peraltro vietata in molti Paesi”.
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