Dalla Corte dei conti giungono richieste di risarcimento al personale Ausl che guida le vetture di servizio.
Si allarga il caso dei dipendenti di Ausl Bologna ai quali la Corte dei conti chiede spiegazioni per i danni provocati a bordo delle macchine di servizio, mezzi di soccorso e non solo. Nei giorni scorsi, infatti, è emersa la storia di un’infermiera che nel 2008, alla guida di un’automedica, tamponò un altro veicolo: di recente i giudici contabili l’hanno interpellata per i 650 euro che l’azienda sanitaria dovette risarcire all’epoca.
Per la Cgil di Bologna non si tratta di un episodio isolato. “La Corte dei conti ha intimato a diversi lavoratori e lavoratrici il pagamento di risarcimenti per incidenti avvenuti durante lo svolgimento del turno di lavoro. È assurdo che un lavoratore, magari in azienda da molti anni, e magari impegnato nelle urgenze (dove anche un minuto significa la vita o la morte di un cittadino) sia chiamato a risarcire lo Stato per una presunta mancanza avvenuta durante il servizio”. Così Gaetano Alessi, responsabile di Fp Cgil, ha scritto all’Ausl lo scorso 26 gennaio.
Un altro infermiere che fa parte della Cgil si è visto di recente arrivare una richiesta di risarcimento di ben 3mila euro. E racconta la sua storia: «Era il 2008, lavoravo come infermiere domiciliare. In media guidavo 70-80 chilometri al giorno. Una mattina, in Appennino, dovevo fare molte visite. Ero a bordo di una Panda vecchiotta, feci una curva a gomito e la macchina finì sull’altra carreggiata. Il fanale sinistro della mia auto colpì quello destro dell’altra, che veniva in direzione opposta. Morale: 3mila euro di danni. Dopo un anno mi arrivò una lettera di messa in mora. In sostanza mi dissero che l’incidente era stato segnalato alla Corte dei conti e che un domani qualcuno poteva chiedermi dei soldi. Chiesi spiegazioni all’azienda, che minimizzò: “Nessuno ti chiederà nulla”. Ecco, dopo dieci anni un legale dell’Ausl mi ha chiesto di nuovo di spiegare quell’incidente e venti giorni fa mi è arrivata la lettera della Corte dei conti».
L’Ordine degli infermieri vuole vederci chiaro. E la Cgil ha chiesto all’azienda “quali mezzi hanno la copertura assicurativa Kasko e quali ne sono sprovvisti”. Perché, a quanto pare, l’inghippo sta tutto qui: i mezzi dell’Ausl non avrebbero un tipo di assicurazione che garantisca tutele più ampie, che rimborsi cioè sia i danni agli altri automobilisti sia quelli al veicolo aziendale.
Nell’attesa di capire, il sindacato ha avviato una raccolta di firme online per chiedere all’Ausl di estendere l’assicurazione Kasko a tutti i veicoli aziendali. «Abbiamo anche chiesto – rivela Alessi – che l’attuale parco auto, dove sono presenti molti mezzi aziendali obsoleti, privi dei sistemi di sicurezza, che per una sorta di ironia la stessa azienda spesso spiega nelle scuole durante le formazioni per la prevenzione stradale, venga immediatamente sostituito e incrementato (così da evitare l’annoso problema dell’utilizzo delle auto personali), garantendo totale sicurezza agli operatori e la cittadinanza».
Redazione Nurse Times
Fonte: Repubblica
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