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Bimba soffoca con la pizza viene salvata dalle cameriere – infermiere

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Questo significa essere infermieri!! Essere sempre pronti ad affrontare ogni situazione emergenziale con estrema precisione e lucidità…Sono semplici COLLEGHE sempre pronte a salvare vite umane! Con il vostro intervento avete guadagnato gli onori della cronaca con la consapevolezza di ritornare ad essere le SEMPLICI INFERMIERE che con UMILTA’ E SACRIFICIO INSEGUONO UN SOGNO: ESERCITARE QUELLA CHE RIMANE COMUNQUE UNA TRA LE PIU’ GRATIFICANTI PROFESSIONI DAL PUNTO DI VISTA UMANO.  

Una bimba, di meno di un anno, ha rischiato di morire soffocata da un pezzo di pizza. A salvarle la vita, sotto lo sguardo terrorizzato dei genitori, sono state due cameriere di 25 e 24 anni, Gloria Busatto e Sara Battistella, che hanno subito liberato le vie respiratorie della piccola praticando le manovre d’emergenza.
La bimba è stata particolarmente fortunata. A prendersi cura di lei sono state due cameriere davvero speciali: Sara si è laureata in infermieristica nello scorso mese di aprile mentre Gloria raggiungerà l’obiettivo a novembre. Entrambe, in attesa di trovare un’occupazione stabile nell’ambiente ospedaliero, lavorano in pizzeria a Treviso.

L’episodio tragico conclusosi fortunatamente bene per la bimba accende i riflettori sulla grave situazione occupazionale degli infermieri italiani. Sono infatti tantissimi i colleghi che dopo aver terminato il loro percorso di studio non riesce a realizzarsi lavorando come infermiere ma costretti a lavori di fortuna per ‘sbarcare il lunario’. A lanciare l’allarme, proprio in occasione della Giornata internazionale degli infermieri, è il Nursind, secondo il quale nel SSN mancherebbero ben 60.000 infermieri nel SSN nonostante di professionisti pronti a dedicarsi all’assistenza ce ne sarebbero. Il fatto è che il 53% dei laureati sono disoccupati e chi trova lavoro è sempre più spesso precario, part time o a tempo determinato. Insomma, gli ospedali hanno sempre più bisogno di infermieri ma il Servizio Sanitario Nazionale non può permetterseli.

La disoccupazione infermieristica sembra essere strutturale perché sistematica e legata alla diminuzione del fabbisogno di personale infermieristico – unito alla revisione dello skill mix a favore delle figure di supporto – imposto dalle ragioni economiche al sistema e non derivante dalla scarsa presenza di professionisti nel mercato del lavoro.

Oggi la professione infermieristica vive nel paradosso di avere un aumento della domanda reale di assistenza (in ulteriore crescita per il futuro), una disponibilità di professionisti che non solo potrebbe garantire il turn over e lo svecchiamento delle dotazioni organiche delle aziende sanitarie ma che si trova costretta ad emigrare per trovare lavoro e non perdere le conoscenze acquisite e, dall’altra parte, un sistema per gran parte pubblico che non attiva una risposta ai bisogni dei cittadini attraverso lo sblocco delle assunzioni.

 

Fonte:

www.infermieristicamente.it  

www.ilgazzettino.it

 

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