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Bimba morta per malaria a Trento: tutta colpa di un errore sanitario e non di una zanzara

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Bimba morta per malaria a Trento: tutta colpa di un errore sanitario e non di una zanzara
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A rivelarlo un’anticipazione del Corriere della Sera che fornisce alcune anticipazioni sull’indagine condotta dalla Procura della Repubblica. La piccola sarebbe stata infettata per una procedura medica sbagliata compiuta durante un prelievo

 

TRENTO – Ci sarebbe un errore sanitario all’origine del decesso di Sofia Zago, la bambina di 4 anni ricoverata nello scorso mese di agosto all’ospedale “Santa Chiara” di Trento” e poi morta a Brescia. Non la puntura di una zanzara avrebbe provocato la malaria, ma un errore, un passaggio di sangue nella fase dei prelievi. La rivelazione è stata fatta dal Corriere della Sera che fornisce alcune anticipazioni sull’indagine condotta dalla Procura della Repubblica. “Prende corpo l’ipotesi che a causare l’infezione sia stato il tragico errore di un sanitario – scrivono Margherita De Bac e Virginia Piccolillo sul Corriere della Sera -. Una procedura medica sbagliata, compiuta durante il prelievo, ha fatto sì che il sangue di una delle due bimbe contaminasse quello di Sofia”.

Le due bimbe sono originarie del Burkina Faso ed erano state ricoverate nel reparto di pediatria nello stesso peridio della piccola di 4 anni, colpita dallo stesso ceppo di malaria di quella delle due bambine. Un incidente, fatale, avvenuto per l’utilizzo scorretto di un ago.

Il fascicolo di inchiesta, per il momento contro ignoti, ipotizza il reato di omicidio colposo, anche se in quel faldone ci entreranno gli accertamenti disposti dalla Procura di Trento e svolte, in gran riserbo dai carabinieri dei Nas. A rafforzare l’ipotesi dell’errore umano potrebbero essere anche le conclusioni alle quali si è arrivati attraverso i pareri richiesti all’Istituto superiore di sanità e all’Istituto zooprofilattico del Veneto.

Solo così si può spiegare come mai il ceppo del parassita, il Plasmodium falciparum che ha ucciso Sofia, sia risultato identico a quello delle due ospiti del Burkina Faso, poi guarite e dimesse. Il parassita, infatti, viene veicolato da un individuo all’altro solo attraverso un vettore, una particolare specie di zanzara Anopheles, assente in Italia, tanto più al Nord, come hanno confermato anche gli esami sugli insetti catturati nella zona del nosocomio. È invece teoricamente possibile che una zanzara sia arrivata al Santa Chiara all’interno di una valigia giunta in aereo dall’Africa, ma l’ipotesi è stata esclusa esaminando gli spostamenti della famiglia del Burkina.

 

Salvatore Petrarolo

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