Una donna di 54 anni sarebbe deceduta prorio a causa di una terapia non scientifica. Gli indagati non possiedono alcun titolo abilitante.
Diagnosticavano finte patologie, anche oncologiche, a ignari pazienti, convinti a sottoporsi a trattamenti pseudosanitari e pseudoterapeutici. Una donna sarebbe morta proprio a causa di queste cure fasulle. È l’accusa rivolta a due fratelli, sedicenti medici, raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare disposta dal gip del Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura sannita, ed eseguita dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Mirabella Eclano e della stazione di San Giorgio del Sannio.
Uno dei due è finito agli arresti domiciliari, accusato di omicidio preterintenzionale, lesioni aggravate e truffa aggravata. Per l’altro fratello è stata invece disposta la misura dell’obbligo di dimora per il reato di lesioni aggravate. Le indagini sono state avviate alla fine del mese di marzo 2021, a seguito della denuncia sporta dai familiari di una donna curata dagli indagati. Si tratta proprio della 54enne deceduta, probabilmente a causa di una terapia non scientifica.
È emerso che i due fratelli, approfittando dello stato di vulnerabilità dei loro pazienti, intimoriti dalla diagnosi di patologie immaginarie, esercitavano abusivamente l’attività sanitaria in assenza di qualsivoglia titolo abilitante. I due non si limitavano a prescrivere medicinali o altri rimedi naturali, ma praticavano anche trattamenti pseudosanitari e pseudoterapeutici. In particolare, proponevano un modello di cura per le malattie oncologiche, vantando un rapporto di collaborazione con un luminare tedesco, esperto di “medicina naturale“. Praticavano anche trattamenti per endovena e autotrasfusioni ematiche con metodiche artigianali e con miscele di sostanze non meglio specificate, dannose per la salute.
Secondo la tesi della Procura, una di queste metodologie di cura avrebbe causato la morte della 54enne, che versava in realtà in buone condizioni di salute e non soffriva di patologie tali da rendere necessarie terapie invasive e, in questo caso, non scientificamente validate. L’attività illecita dei due fratelli, che svolgevano principalmente nel territorio del Beneventano, non si era fermata neppure dopo l’esecuzione di un provvedimento di sequestro preventivo dell’appartamento che avevano adibito a studio medico, disposto dal gip sempre su richiesta della Procura di Benevento, per esercizio abusivo della professione sanitaria.
Redazione Nurse Times
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