“Sono 100 i casi segnalati nel mondo, con letalità del 50%. Le Regioni condividano i dati”.
“Gli elementi a nostra disposizione sono ancora insufficienti per parlare di epidemia o di cluster, o per escludere una di queste evenienze. Non dobbiamo dimenticare, tra l’altro, che il tempo di latenza tra la possibile esposizione e la comparsa dei sintomi è particolarmente lungo, andando dai 18 mesi ai 5 anni e rendendo complessa l’identificazione di una comune fonte di esposizione tra i casi”. È quanto specifica il portale del ministero della Salute nell’aggiornamento sulla diffusione del batterio killer Chimaera, sospetto responsabile di una serie di decessi in alcuni ospedali del Veneto. Sulla vicenda, nei giorni scorsi, si era espresso anche il governatore Luca Zaia.
“Sono stati segnalati 100 casi a livello mondiale, con una letalità del 50% – riferisce il ministero -. Il rischio di contrarre la malattia è considerato sostanzialmente basso (1 su 10mila pazienti), secondo il Public Health England. È stata costituita una Task Force Europea al fine di ridurre al massimo i rischi di contaminazione. È necessario che le Regioni, che hanno la responsabilità dell’assistenza dei pazienti e a cui abbiamo chiesto da tempo i dati su eventuali casi, li condividano quanto prima con il ministero per metterci nelle condizioni di effettuare un’analisi della situazione nel nostro Paese, di valutare e quantificare l’eventuale rischio epidemiologico, di elaborare, se opportuno, specifiche raccomandazioni, coinvolgendo gli altri attori istituzionali e non, a tutti i livelli, che abbiano un ruolo”.
Redazione Nurse Times
Fonte: www.salute.gov.it
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