Ha tentato di corrompere una farmacista offrendole 5 mila euro affinché fingesse di somministrargli il vaccino, per rilasciargli poi la certificazione fasulla: ora un infermiere bassanese di 45 anni dovrà rispondere del reato di istigazione alla corruzione. Le indagini sono state condotte dai carabinieri di quartiere della compagnia di Bassano; i vertici dell’Arma ritengono che questo potrebbe non essere un caso isolato e sollecitano i farmacisti a segnalare eventuali episodi simili. È avvenuto alla fine di settembre. Erano le 19.15 quando C.G. infermiere di 45 anni, residente in città, è entrato nella farmacia Pozzi di via Scalabrini e ha avvicinato la titolare Chiara Pozzi.
Pochi convenevoli poi la proposta: «Farebbe finta di somministrarmi il vaccino? Se accetta in cambio le do 5 mila euro», avrebbe detto l’operatore sanitario. Poi dalla tasca dei pantaloni ha estratto la mazzetta di banconote di vario taglio, mostrandoli alla farmacista. La titolare ha immediatamente rifiutato l’offerta chiedendo al cliente di andarsene. Il mattino seguente Pozzi ha allertato i carabinieri ai quali ha raccontato tutto l’accaduto. I militari hanno visualizzato le immagini di videosorveglianza del negozio, che avevano ripreso l’intera scena. Dai video si vedeva anche che il cliente vestito con jeans e un giubbotto scuro, uscito dalla farmacia era salito su una moto. Verificando altre telecamere di sicurezza, i carabinieri di quartiere a capo delle indagini sono riusciti a risalire alla targa del mezzo; poi, dopo ulteriori verifiche, sono arrivati all’identificazione di C.G, che è stato subito convocato nella caserma di via Emiliani.
L’infermiere avrebbe ammesso le sue responsabilità, senza però dare alcuna giustificazione sul suo comportamento. Come noto per gli operatori sanitari vige l’obbligo vaccinale, pena la sospensione dal lavoro senza retribuzione almeno fino al 31 dicembre. È quindi plausibile ritenere che l’infermiere, evidentemente contrario al vaccino, si sia macchiato del pesante reato di istigazione alla corruzione anche per non perdere il lavoro. Al momento della convocazione l’operatore sanitario non si era ancora messo in regola con l’obbligo vaccinale, le forze dell’ordine non escludono che nei giorni successivi la prima proposta illegale fallita, il bassanese abbia tentato di corrompere anche altri farmacisti. Questo caso, seppure sia il primo denunciato nel Bassanese, potrebbe non essere il solo.
È il sospetto dei vertici dell’Arma, che lanciano un appello ai farmacisti: «È fondamentale bloccare il fenomeno sul nascere – spiega il maggiore Filippo Alessandro, alla guida della Compagnia di Bassano – Per questo preghiamo i farmacisti di segnalare ogni episodio». Il farmacista che dovesse accettare proposte simili incorrerebbe in provvedimenti pesantissimi, che vanno dalla denuncia per falso ideologico e materiale, fino alla radiazione dall’Albo professionale.
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