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Bari, è polemica sui casi di morbillo all’ospedale pediatrico

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Bari, è polemica sull’epidemia di morbillo all’ospedale pediatrico
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L’Osservatorio epidemiologico della Regione: “Nessun allarme epidemia”. L’ex ministro Lorenzin: “Il Governo crea confusione sul tema dei vaccini”.

Suscita scalpore la notizia degli otto casi di morbillo accertati all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari, ai quali se ne aggiunge un nono molto probabile, oltre al rischio di chissà quanti altri. E suscita ancor più scalpore perché a innescare il contagio potrebbe essere stata una bimba di dieci anni, figlia di genitori no-vax. Il focolaio epidemico sarebbe scoppiato anche per via della tardiva applicazione dei protocolli previsti dalla legge: il “caso indice”, quello da cui tutto è cominciato, non sarebbe stato segnalato per tempo alle autorità di igiene pubblica.

Cinzia Germinario, responsabile dell’Osservatorio epidemiologico della Regione Puglia, ha spiegato: “Non c’è nessun allarme epidemia di morbillo in Puglia. Basta il ricovero di un bambino, come accaduto in questo caso, per innescare una normale catena di contagio tra i non vaccinati, perché il morbillo è una patologia altamente contagiosa. La situazione non è preoccupante, ma comunque queste cose non dovrebbero accadere. I no-vax devono capire che portano malattie anche in ospedale a chi non ha coperture vaccinali, e quindi non si ferma la catena di contagio”.

Sulla vicenda è intervenuta anche Beatrice Lorenzin, ex ministro della Salute e vicepresidente del Gruppo misto alla Camera: “Come gruppo parlamentare, chiediamo ispezioni a Bari sia sanitarie che amministrative, così come un indagine a tappeto nel resto del Paese per capire come sia attuata la legge dopo la circolare Grillo. La confusione creata dal Governo, dalla ministra Grillo con la sua circolare e dall’attività parlamentare della maggioranza sul tema vaccini non poteva non far allentare la guardia sul morbillo, che la stessa Organizzazione mondiale della sanità ha definito preoccupante in Italia”.

Prosegue Lorenzin: “La non vaccinazione delle corti previste dalla legge, la mancanza di stringenti controlli e il senso d’impunità per chi vuole eludere la legge finiscono, come denunciato dalle famiglie di bambini non vaccinabili, per colpire i soggetti più fragili, immuno-depressi, bambini troppi piccoli per essere vaccinati, mettendone seriamente a rischio la salute e, purtroppo, anche la vita. Le risposte messe in campo dalla maggioranza e sostenute dal ministro della Salute sono dannose e fuorvianti”.

Conclude l’ex ministro: “La nuova legge in discussione al Senato è peggio dell’emendamento Taverna. Infatti abolisce l’obbligatorietà anche dei vaccini cosiddetti obbligatori prima del decreto Lorenzin, sancisce un singolare obbligo differenziato regionalmente e in caso di epidemia, come se i vaccini non fossero un arma di prevenzione, ma una terapia. In più non ci spiega come si intenda tutelare la popolazione non solo da morbillo, rosolia e parotite, ma anche da polio, difterite, tetano, epatite B e altre malattie coperte dalla vaccinazione. Come la pertosse, che ha già provocato vittime in Italia”.

 

Giuseppe Papagni

 

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