Giunge all’attenzione della nostra redazione una nuova segnalazione inviataci da un infermiere in servizio presso il reparto di Medicina Interna d’Urgenza del Nuovo Ospedale Sant’Agostino Estense di Baggiovara.
In questa realtà, il mansionario tanto amato dai molto colleghi nostalgici sembrerebbe non essere mai tramontato.
Una lista di improbabili attività richieste indistintamente al personale infermieristico e agli operatori sociosanitari sarebbe stata redatta dal coordinatore infermieristico e affissa in infermeria.
Tra le mansioni esposte, alle ore 7.30 spicca l’immancabile giro letti con relative cure igieniche insieme all’oss, che permetterà un’attenta valutazione della cute e la realizzazione di una relazione empatica.
Al fine di garantire un’assistenza olistica, il “caposala” richiederebbe un secondo giro-letti alle ore 11.00 durante il quale controllare lo stato igienico del paziente.
Nella mattina di sabato, l’infermiere diurnista dovrà anche occuparsi della compilazione e dell’invio del modulo di richiesta trasporti esami programmati per il lunedì.
Ogni pomeriggio invece, il turnista factotum, oltre a svolgere le mansioni domestico alberghiere in équipe con il personale che dovrebbe essergli di supporto, diventa anche un vero e proprio segretario. L’infermiere si occupa di controllare che gli esami strumentali vengano trasportati (da chi non è dato sapere) e si occupa di inviare fax.
In aggiunta gli competono la risposta ai campanelli ed il riordino e la pulizia dei carrelli.
In conclusione gli vengono assegnate dal “caposala” anche la gestione del reparto in équipe e la sorveglianza dello stesso.
In questa pletora di parole forbite utilizzate a casaccio per far sembrare competenze avanzate queste mansioni elementari, quest’ultimo paragrafo risulta essere estremamente pericoloso.
Come appare evidente ormai a molti, l’infermiere adora non porre alcun limite alle proprie competenze, spaziando dalla tracheotomia d’urgenza per salvare una vita (appellandosi all’art. 54 del Codice Penale) fino ad arrivare a ritenersi responsabile
della sturatura del W.C. del paziente la mattina di Natale (interpretando a piacere l’art. 49 del proprio Codice Deontologico) per il bene del paziente.
Ed è così che, spinto da una sorta di masochismo, l’infermiere arriva a credere di dover sopperire alle carenze di qualsiasi professionista o mestierante che orbiti nell’universo ospedaliero.
Non è raro leggere di professionisti che, interpretando in maniera strampalata qualche articolo di legge o del codice deontologico, si convincono e arrivano a convincere molti colleghi di reparto, che qualsiasi cosa sia di loro competenza.
La giurisprudenza parla chiaro da oltre 30 anni: la maggior parte delle MANSIONI elencate in questa mostruosità affissa in infermeria, non compete al professionista intellettuale infermiere.
Ci auguriamo che le autorità competenti, OPI provinciale territorialmente competente compreso, decidano di intervenire per porre fine a questo scempio.
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