Il primo soccorritore a giungere sulla scena del terribile attentato della Manchester Arena ha dovuto ignorare le vittime urlanti concentrandosi principalmente su quelle silenziose
Queste furono le indicazioni ricevute dalla centrale operativa in occasione dell’attentato terroristico accaduto pochi giorni fa in occasione del concerto di Ariana Grande.
Paddy Ennis raggiunse per primo l’arena, pochi istanti dopo che Salman Abedi attivò il dispositivo esplosivo che causò la strage durante il concerto della Popstar americana.
Il primo paramedico ad arrivare sulla scena dell’attentato ha così dovuto ignorare le persone urlanti cercando di stimare l’entità delle lesioni delle persone incoscienti, considerate da protocollo come quelle più gravi.
Padre di tre bambini, Paddy Ennis giunse pochi minuti dopo il compimento del folle gesto suicida compiuto da Salman Abedi, costato la vita di 22 persone ed il ferimento di altre 116.
Il 38enne rimase immobile, quasi pietrificato di fronte alla scena di devastazione prima di riuscire a mettere in atto quanto appreso durante le esercitazioni.
Molti bambini e altrettanti adolescenti supplicarono di essere aiutati ma, come dichiarato durante l’intervista al giornale britannico “The Mail on Sunday“, dovette fare finta di nulla e andare oltre.
“Ho dovuto ignorare decine di bambini terrorizzati. L’unica consolazione era data dal fatto che, essendo stati in grado di urlare, fossero in grado anche di respirare.”
“Sfortunatamente avvicinandomi a molti bambini, ho potuto solo constatare che fossero già morti, a causa di gravissime lesioni provocate dall’esplosione. Ho dovuto “abbandonare” i cadaveri di molti adolescenti nel tentativo di salvare più vite possibile. Loro erano già morti.”
La macchina dei soccorsi si è attivata immediatamente e, le squadre già presenti nell’arena hanno raggiunto il punto dell’esplosione in pochi minuti, coadiuvate da altre unità inviate sul posto.
Simone Gussoni
Fonti: BBC News
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