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Assistente infermiere: i dubbi di Federazione Migep e Stati Generali Oss

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Nasce la figura dell'assistente infermiere: le critiche della Federazione Migep
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Riceviamo e pubblichiamo ua nota stampa a firma di Loredana Peretto (Federazione Migep) e Gennaro Sorrentino (Stati Generali Oss).

La Lega ha presentato in Senato un disegno di legge per rafforzare il sistema sanitario nazionale, introducendo nuove modalità operative. L’art 14 prevede l’introduzione nel SSN dell’assistente infermiere quale figura di operatore di interesse sanitario deputato a svolgere funzioni infermieristiche di primo livello.

Si potrebbe dedurre che, al fine di accontentare qualche organizzazione sindacale, qualche ordine professionale o qualche Regione in grave affanno, come stiamo ripetendo ormai da diverso tempo negli incontri avuti con le Regioni e il ministero della Salute, la situazione stia subendo un’involuzione. Esprimiamo opinioni divergenti non già verso l’istituzione di una figura intermedia tra Oss e infermiere ma sui contenuti della nuova figura proposta, i quali in definitiva risultano essere soltanto una penalizzazione delle professioni attuali e una beffa per Il SSN assistenziale.

Come Federazione Migep – Stati Generali Oss si sta cercando di evidenziare in modo costruttivo il ruolo e la capacità operativa delle professioni assistenziali “emarginate” e considerate dalla legge meramente d’interesse sanitario o semplicisticamente “arte ausiliaria”.

La nascita dell’assistente infermiere proposta dalla Lega apre la strada a un percorso lungo e tortuoso in quanto, a nostro avviso, la nuova figura non è preparata dal punto di vista giuridico, alla risoluzione di problematiche quali l’abbattimento delle liste di attesa, la carenza di personale sanitario e soprattutto al recepimento delle nuove funzionalità infermieristiche perché non è chiaramente evidenziato il suo percorso formativo, la sua autonomia, ma soprattutto resta rilegato alla definizione di operatore di interesse sanitario (legge 1/2/2006 n 43). La stessa legge 300/07 definisce che la parola “interesse sanitario” indica una figura adibita a una attività di “serviente” e “ausiliario”.

In questo modo purtroppo ritorna indietro a una figura senza una tutela assicurativa, con grossi carichi di responsabilità professionale, retribuzione contrattuale incerta, sotto la supervisione dell’infermiere che sarà responsabile delle sue azioni.

La carenza attuale di personale è palese e condivisa da tutti: basti citare le RSA, RA, i pronto soccorsi, le corsie degli ospedali, territorio, terzo settore, nei quali l’Oss è caricato di responsabilità professionali senza avere gli adeguati strumenti di tutela. Contemporaneamente assistiamo all’espulsione dal mondo lavorativo di altre figure importantissime ad esempio nell’assistenza alle mamme post-parto come la puericultrice.

Sappiamo benissimo che attualmente le professioni di un certo spicco stanno tentando di accaparrarsi l’intero monopolio assistenziale benché nel contempo non siano in grado di ottemperare a quanto loro richiesto mascherandosi nella realtà dietro alla solita definizione di “demansionamento”. Essendo purtroppo incapaci di affrontare le mutate problematiche assistenziali del cittadino, ponendo  come scudi i tanto decantati “dottorati”, esse delegano ad altre  professioni l’assistenza integrale del paziente. Ci chiediamo: “Chi assiste chi?!”

Desideriamo considerare le problematiche degli infermieri e delle ostetriche che improvvisamente “scoprono” il loro demansionamento, desideriamo considerare altresì il problema della mancanza di medici, desideriamo anche considerare la poca attrattività che la sanità italiana ha in questo momento storico. Ma, ci chiediamo, nessuno però considera i problemi dell’Oss, “ultima ruota” del SSN, sfruttati, demansionati a livello economico, senza alcun diritto, senza il riconoscimento del lavoro usurante, senza alcun aggiornamento professionale, con organico insufficiente nelle RSA – RA ecc!. Nessuno ancora considera il popolo delle puericultrici rimesse in una specie di  limbo del SSN.

Non è un discorso “populistico”: pur sapendo che tutte le figure professionali operanti nel sistema-salute sono sotto pagate, oberate di carichi, di responsabilità e con pochissimi diritti, la politica pensa a inventarsi figure ibride, invece di riqualificare o ridare dignità alle migliaia di professionisti che potrebbero crescere attraverso una riforma che li riconosca nelle attuali leggi di stato (3/18 – DM 73/2021) e parallelamente avviare anche un intervento che realizzi quelle figure sempre meno riconosciute nel loro valore professionale come appunto le puericultrici, valido aiuto rassicurante alle mamme partorienti e nel post- partum.

Ormai da più di vent’anni stiamo assistendo ad una politica che attribuisce al solo carico economico-finanziario le cause del mal funzionamento del SSN, che sta pian, piano svendendo completamente la sanità pubblica invece di renderla sempre più adatta a soddisfare i bisogni dei cittadini, (l’età, le patologie, la complessità di attese per le visite, l’abbandono delle mamme dopo il post parto, la perdita costantemente del potere economico).

Sappiamo bene che se vogliamo evitare tutto questo occorre rispettare e riconoscere tutte quelle professioni che chiedono uguali diritti alla pari delle altre e di usare per tutti lo stesso metro di misura e di investire  nello stesso modo gli investimenti necessari per tutto il SSN, inoltre, investire su tutto il personale.

Ritornando all’art. 14 della succitata legge della Lega, non affronta i problemi della carenza di personale, della qualifica, della collocazione, non è una ipocrisia, ma anzi errori che si sostengono a vicenda e si collocano a peggiorare la situazione che c’è già, ed è molto grave. Ci chiediamo: “Come farà questa nuova figura di interesse sanitario ad essere considerata nell’ambito sanitario, quando l’Oss, che attualmente dispone di due Leggi di stato che lo collocano nell’area socio sanitaria e nel ruolo socio sanitario, è ancora considerato operatore di intesse sanitario (quindi Tecnico)?” E ancora: “Il suo sarà un diploma quinquennale?” Gli operatori socio sanitari dovranno fare due anni di formazione?

Non vorremmo che tutto ciò sia solamente una clamorosa proposta di propaganda elettorale che non abbia alcun riscontro con la realtà! Vogliamo affrontare i problemi strutturali di tanti professionisti che oggi vivono nell’emarginazione contrattuale e che hanno bisogno di essere riformati se davvero si vuole dare ai cittadini un’elevata qualità dell’assistenza. Bisogna prestare ascolto alle testimonianze, alla difficoltà quotidiana, ma anche alla ricchezza professionale di questi lavoratori.

Sono sempre condivisibili i contributi positivi se affrontiamo coerentemente i temi che anche noi abbiamo posto finora a tutte le forze politiche sulla nuova figura e sulla rivalutazione dell’oss. Temiamo che se la politica continuerà soltanto a parlare e a far proposte senza affrontare il vero tema della riforma professionale di tutti questi operatori assistenziali, saranno molti i professionisti che da qui in poi si saranno “estinti”.

Allora, in conclusione: perché non creare un vero riordino della professione riconoscendo agli Oss e alle puericultrici e a tutte quelle professioni dimenticate, ma esistenti nel SSN i loro diritti per evitare che il sistema SSN crolli sotto i “colpi” di figure inappropriate. Siamo arrivati nelle RSA, RA a considerare l’infermiere un “futuro caro estinto”.

La Federazione Migep-Stati Generali dell’Oss che rappresenta 10,181 iscritti chiede al Senatore Massimiliano Romeo promotore della proposta di legge: perché non incontrarci su questa analisi e riflessione politica per realizzare insieme il futuro di queste professioni valutando anche l’introduzione di una nuova figura ma che abbia contorni giuridici definiti e reali?

Redazione Nurse Times

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