Il caso al pronto soccorso del “Maria Vittoria” di Torino, dove una 50enne era giunta con tagli ai polsi autoinflitti. Lasciato l’ospedale, la paziente si uccise.
Fu portata al pronto soccorso dell’ospedale Maria Vittoria di Torino coi polsi tagliati il 6 ottobre 2015. Aveva infatti tentato il suicidio, quella povera donna, non riuscendo nell’intento. L’infermiera di triage che la prese in carico fece le sue valutazioni, e ritenendo che nulla che facesse pensare a un’imminente compromissione delle condizioni della paziente, le assegnò un codice verde.
Poco dopo, però, snervata dall’attesa, la paziente 50enne si allontanò dal dipartimento di Emergenza e accettazione senza essere visitata da nessuno, raggiunse il palazzo di fronte a casa sua, nel quartiere San Donato, e si gettò dalla tromba delle scale, uccidendosi. Adesso l’infermiera, come riportato da Repubblica, è imputata per omicidio colposo e proprio ieri si è aperto il processo a suo carico.
Secondo il pm Francesco La Rosa la professionista sanitaria, esperta addetta al triage del pronto soccorso, non avrebbe assegnato la giusta priorità alla paziente: “Pur avendo saputo che la donna era in terapia psichiatrica e voleva suicidarsi, e che si era da poco ferita con un coltello proprio per togliersi la vita, attribuiva al caso il codice ‘triage’ verde previsto per i casi poco critici, con assenza di rischi evolutivi e con prestazioni differibili. In tal modo cagionava la morte della donna, che in conseguenza all’attribuzione del codice verde non veniva visitata da medici, si allontanava dall’ospedale e si suicidava”.
Alessio Biondino
Fonte: Repubblica
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