L’annuncio del Santo Padre nel corso del concistoro
La canonizzazione del coadiutore salesiano, oggi Beato, divenuto speranza per tutti gli ammalati di Viedma, in Argentina, avverrà il 9 ottobre. Zatti viene beatificato da San Giovanni Paolo II il 14 aprile 2002.
La storia di Artemide Zatti
Artemide è un infermiere emiliano, emigrato in Argentina, benvoluto e ricercato da tutti gli ammalati del suo ospedale.
Artemide sbarca in Argentina a soli 17 anni, nel 1897. La sua famiglia, come tante altre, è spinta oltreoceano dalla fame, dalla povertà e dalla privazione della speranza. Stabilitisi a Bahia Blanca, prende a frequentare la parrocchia locale retta dai salesiani e qui incontra don Carlo Cavalli, che diventa il suo padre spirituale e la sua fonte d’ispirazione, ma soprattutto diventa colui che gli fa percepire la chiamata del Signore.
Innamorato dell’opera di Don Bosco, Artemide sta per prendere i voti nella casa salesiana di Bernal quando, proprio da un confratello, contrae la tubercolosi e questo fa saltare tutti i suoi piani.
Don Cavalli gli suggerisce, allora, una volta guarito, di dedicarsi agli ammalati. Artemide acconsente e così rinuncia alla sua vocazione sacerdotale partendo per la casa salesiana di Viedma, dove serve aiuto all’ospedale missionario.
La sua vera consacrazione sarà la dedizione alla cura degli ammalati, sotto la sapiente guida di padre Evasio Garrone del quale, alla sua morte nel 1913, prenderà il posto.
Artemide non solo è direttore e responsabile del nosocomio, ma è anche infermiere, si diploma farmacista ma soprattutto è una luce di speranza per tutti i malati che si affidano alle sue mani, spesso più apprezzate di quelle dei medici.
Zatti riesce a portare avanti la struttura che ha tante esigenze, non solo economiche. Egli non si limita a curare i malati, ad accompagnarli alla morte dolcemente quando necessario, ma si occupa di tutti i loro bisogni, specie di quelli dei più piccoli: in ognuno di loro vede il volto di Cristo sofferente.
Molti dei suoi pazienti affermano di aver ritrovato la fede e il cammino verso Dio proprio dopo aver conosciuto Artemide Zatti.
È un giorno qualunque del 1950, quando Artemide cade da una scala.
Da un po’ di tempo ha uno strano mal di schiena dal quale è scaturito un sospetto che verrà presto confermato: ha un tumore.
Ancora una volta la malattia, quell’afflizione umana che aveva rincorso, combattuto e curato negli altri per tutta la vita, lo colpiva di persona, sparigliando ancora una volta le carte. Prima era stata la tubercolosi a impedirgli di diventare sacerdote, ora questo.
Sarà l’ultima volta, Artemide se ne rende subito conto, ma continua a lavorare come se niente fosse, circondato dall’amore della sua comunità e dalla gratitudine di migliaia di persone fino alla fine, sopraggiunta il 15 marzo 1951.
Redazione NurseTimes
Fonte: www.vaticannews.va
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