Dopo gli arresti per corruzione eseguiti dalla Guardia di Finanza ai danni di cinque persone legate all’Ente di previdenza ENPAPI, tra cui il presidente Mario Schiavon, sono molti gli infermieri libero professionisti – che hanno versato e continuano a versare, come prevede la legge, i propri contributi a Enpapi – a farsi domande sul loro futuro pensionistico alla luce di quella che è stata ribattezzata dagli inquirenti “Operazione Rococò”
“Le contestazioni – si legge in una nota della Finanza – riguardano plurime tangenti corrisposte ai vertici ENPAPI da un imprenditore e da professionisti, che hanno così ripagato i notevoli vantaggi economici goduti grazie all’Ente, sotto forma di numerosi incarichi consulenza conferiti loro dalle società di gestione dei fondi ove ha investito l’Ente previdenziale, i quali hanno fruttato compensi professionali per circa 50 milioni di euro dal 2012”.
Responsabilità private e singole, dunque, che non intaccano né mettono in discussione la solidità e la regolamentazione di Enpapi in quanto tale, ente previdenziale autonomo di diritto privato, vigilato direttamente dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali e per questo totalmente slegato dall’Ordine professionale degli Infermieri, che non ha alcun ruolo, né attivo né passivo nella gestione di Enpapi.
Sotto il profilo giuridico – amministrativo, il Ministero, tramite la Direzione Generale per le politiche previdenziali e assicurative, esamina e approva le delibere, adottate dagli enti, in materia di contributi e prestazioni, di modifica degli statuti e dei regolamenti di organizzazione e dei regolamenti elettorali.
Verifica, inoltre, la sostenibilità e adeguatezza delle prestazioni previdenziali, interagendo con COVIP nel controllo sulle politiche di investimento e sulla composizione del patrimonio degli enti.
Svolge i procedimenti finalizzati all’emanazione dei Decreti di commissariamento degli Enti, in presenza delle condizioni previste dalla normativa di riferimento. Esprime le linee di indirizzo su organizzazione e funzionamento degli Enti, anche nei confronti dei rappresentanti ministeriali negli organi statutari.
Anche un eventuale commissariamento di Enpapi, dunque, spetterebbe al Governo e a nessun altro.
Per quanto riguarda la vigilanza tecnico-finanziaria sui medesimi enti di previdenza privati, la Direzione del Ministero del Lavoro esamina i bilanci preventivi, le note di variazione e i bilanci consuntivi, formulando eventuali osservazioni e rilievi.
Effettua inoltre l’analisi dei bilanci tecnico-attuariali, finalizzata alla verifica della sostenibilità finanziaria e dell’adeguatezza delle prestazioni previdenziali. Approva i regolamenti di contabilità e amministrazione e verifica la legittimità e congruità dei piani triennali di investimento degli enti previdenziali finalizzata al rispetto dei saldi strutturali di finanza pubblica.
Quanto all’obbligatorietà per gli infermieri lavoratori autonomi di versare contributi a Enpapi, rientra in quanto stabilisce la legge nazionale per coloro che esercitano professioni regolamentate per le quali occorre l’iscrizione ad un apposito albo professionale.
Le prestazioni previdenziali per la vecchiaia, l’invalidità e ai superstiti vengono quindi assicurate da enti diversi dall’Inps con una disciplina normativa spesso differente da quella prevista nelle forme di previdenza pubbliche obbligatorie, sia per quanto riguarda le aliquote di finanziamento delle relative prestazioni sia per quanto riguarda le modalità di calcolo dell’assegno pensionistico nonché dell’età anagrafica e contributiva necessaria a conseguire le prestazioni.
Tutte le Casse hanno una propria autonomia gestionale e organizzativa in modo da declinare le misure previdenziali da erogare secondo le caratteristiche proprie della professione e della platea demografica degli iscritti.
Molte casse, come del resto Enpapi, erogano anche trattamenti aggiuntivi, nonché trattamenti specifici in favore dei familiari degli iscritti secondo il regolamento attuativo della gestione IN ALLEGATO.
L’autonomia è però soggetta alla vigilanza dei Ministeri competenti, all’obbligo di costituire una riserva a garanzia del pagamento delle pensioni, nonché all’obbligo di stabilità di gestione, col vincolo di assicurare l’equilibrio di bilancio.
La riforma pensionistica del 2011 (L. 214/2011) ha ribadito l’autonomia delle Casse e nel contempo l’obiettivo di assicurare l’equilibrio finanziario delle gestioni con proiezione a 50 anni.
Per questo, nessun terremoto giudiziario può mettere a rischio l’erogazione dei trattamenti previdenziali.
L’ultima prova dell’equilibrio del bilancio è stata fornita nel corso del 2012 e del 2013: in caso di mancato equilibrio le Casse sarebbero state colpite con l’introduzione del calcolo contributivo (pro rata dal 2012, cioè sui contributi accreditati da quella data in poi) e con l’imposizione di un contributo di solidarietà dell’1% per il 2012 ed il 2013 a carico dei pensionati.
Tutte le Casse hanno potuto dimostrare di possedere i requisiti necessari ad evitare la tagliola da un lato accelerando il passaggio al sistema contributivo e spostando l’età di pensionamento per i retributivi dall’altro adeguando al rialzo le aliquote contributive articolate in un contributo soggettivo sui redditi professionali e il contributo integrativo sul volume d’affari.
Redazione NurseTimes
Allegato
Regolamento attuativo della gestione ENPAPI
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