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Aritmie ventricolari: un nuovo approccio chirurgico mininvasivo

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Aritmie ventricolari: un nuovo approccio chirurgico mininvasivo
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Lo ha messo a punto il Servizio di Aritmologia del Fatebenefratelli – Isola Tiberina, in collaborazione con le UOC di Chirurgia toracica e di Anestesia (Centro Trapianti) del Policlinico Umberto I.

Aritmie ventricolari: le più pericolose e temute. Gli interventi chirurgici ablativi non sono sempre risolutivi e l’insorgenza ripetuta di episodi aritmici aumenta il rischio di mortalità. Oggi è possibile agire efficacemente per via chirurgica su questa complessa problematica del cuore con una piccola incisione e una esecuzione rapida, grazie a una tecnica alternativa portata avanti dal Servizio di Aritmologia del Fatebenefratelli – Isola Tiberina, in collaborazione con le UOC di Chirurgia toracica e di Anestesia (Centro Trapianti) del Policlinico Umberto I.

Il gruppo ha da poco pubblicato i risultati di uno studio pilota relativo a questa nuova tecnica sulla rivista internazionale Journals of the American College of Cardiology: Clinical Electrophysiology (JACC EP), e presenterà a breve i dati aggiornati ai congressi EHRA (European Heart Rhythm Association) e HRS (Heart Rhythm Society), a Boston (Usa), nel luglio prossimo. I dati fin qui raccolti con una media di più di un anno di osservazione hanno mostrato una drastica riduzione delle aritmie.

L’obiettivo è continuare a raccogliere dati per standardizzare la metodica a livello italiano ed europeo. A breve partirà uno studio multicentrico di cui il Fatebenefratelli – Isola Tiberina sarà promotore. La tecnica chirurgica e anestesiologica è stata messa a punto presso la UOC di Chirurgia toracica del Policlinico Umberto I dal professor Marco Anile, dalla dottoressa Katia Bruno e dal professor Federico Venuta.

“Si tratta di un intervento di denervazione cardiaca (simpaticotomia modificata) – spiega il capofila dello studio, Filippo Maria Cauti, aritmologo al Fatebenefratelli –. L’approccio mininvasivo non va a toccare direttamente il cuore, ma, attraverso una piccola incisione sotto l’ascella, tramite una telecamera ed un piccolo strumento chirurgico (uncino a radiofrequenza), agisce sul sistema nervoso simpatico denervando e quindi ‘silenziando’ le afferenze nervose responsabili dell’innesco delle aritmie cardiache. La tecnica chirurgica (simpaticotomia selettiva T2-T5), completamente rivisitata nella metodologia dai chirurghi, consente di eseguire una ‘denervazione’ cardiaca rapida e selettiva, con un ridotto rischio operatorio ed un recupero rapido da parte del paziente”.

“Da tempo il servizio di Aritmologia del Fatebenefratelli – Isola Tiberina esegue trattamenti di ablazione in pazienti con aritmia ventricolare, partecipando al più importante registro italiano: non sono molti i centri aritmologici ad effettuare le ablazioni in questi delicati pazienti – commenta Stefano Bianchi, direttore della UOC di Cardiologia del Fatebenefratelli –. La tecnica fin qui in uso però, malgrado l’altissima tecnologia presente (elettrocateteri dedicati ‘navigano’ all’interno del cuore con dei sistemi 3D) non sempre permette di risolvere la complessa problematica aritmica. La nuova tecnica allo studio è attualmente destinata ai pazienti affetti da tachicardia ventricolare non responsivi ad un primo approccio ablativo, ma trattandosi di uno studio in continua evoluzione, potrà essere esteso, in futuro, ad altre tipologie di aritmie”.

“I benefici e i vantaggi dell’intervento sono molteplici dato che il cuore non viene toccato direttamente. Considerando la fragilità dei pazienti in questione – continua Pietro Rossi, responsabile della UOS di Aritmologia del Fatebenefratelli –, la possibilità di agire sul sistema nervoso, invece che direttamente sul cuore, rende l’intervento più agile. L’altro indiscutibile vantaggio è l’accesso chirurgico mini-invasivo (si utilizza un singolo accesso millimetrico sottoascellare per l’introduzione dello strumento chirurgico e della telecamera) rendendo l’atto operatorio meno invasivo. Il tutto a favore di una rapida ripresa”.

Dettagli sulla tecnica – L’intervento viene eseguito presso le sale operatorie della Chirurgia Toracica del Policlinico Umberto I. Si tratta di una procedura effettuata in anestesia generale; si accede alla catena del sistema nervoso simpatico attraverso il cavo pleurico con un’unica incisione millimetrica sottoascellare. Attraverso una telecamera si guida l’ingresso di un uncino a radiofrequenza che “denerva” le stazioni del sistema nervoso simpatico.

Una volta terminata la procedura da un lato si passa al controlaterale. La grande innovazione, oltre all’accesso singolo (toracoscopia uniportale) è la scelta di non eseguire la rimozione della pleura (che renderebbe l’intervento più lungo e indaginoso) e del ganglio stellato (la prima stazione della catena simpatica toracica, la cui lesione potrebbe determinare la cosidetta Sindrome di Horner – discesa della palpebra omolaterale). Queste modifiche rendono l’intervento molto più rapido (in media sette minuti per lato nell’esperienza del team chirurgico) e sicuro.

Al termine della procedura il paziente viene trasferito presso la Terapia Intensiva Trapianti d’Organo del Policlinico Umberto I, diretta dal prof. Francesco Pugliese, dove in genere viene monitorizzato per una notte, e successivamente trasferito in reparto per una rapida dimissione.

Il Servizio di Aritmologia al Fatebenefratelli-Isola Tiberina – Il punto di forza, ad oggi, è la possibilità di poter scegliere il miglior approccio e la migliore strategia per ogni singolo paziente affetto da aritmie ventricolari, aritmie complesse con rischio di morte improvvisa. La gestione in acuto, nel Centro per le aritmie del Fatebenefratelli spazia da metodiche anestesiologiche (blocco del ganglio stellato/anestesia epidurale) eseguite in urgenza dall’équipe di anestesisti dell’ Isola, a trattamenti ablativi con approccio endocardico (versante interno) o epicardico (versante esterno) del cuore.

Redazione Nurse Times

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