Nato a Lecce, volto della televisione pubblica, noto come storico corrispondente Rai da Londra, Antonio Caprarica è un giornalista e saggista italiano che collabora con numerosi quotidiani e periodici. Egli afferma che “L’infermiere è un uomo dotato di grande umanità, e poi un tecnico che sa dove mettere le mani”.
“Io devo dire la verità su ciò che penso: un infermiere tecnicamente competente è un bene, ma non sono sicuro che la prova di quella competenza debba essere la laurea. Avendo avuto come tanti di noi bisogno di un infermiere, per tante ragioni (la mia vita è già abbastanza lunga, visto che sono arrivato a 65 anni), ho notato che ce n’erano alcuni certamente non laureati ma molto competenti e preparati, pieni di una umanità e comprensione che li hanno resi, per me come per tanti malati, indimenticabili”.
Secondo il punto di vista del noto giornalista “…l’atteggiamento del medico e quello dell’infermiere sono diversi, paragonando quest’ultimo al sangue che scorre nelle vene perchè è sempre a contatto con la vita dei malati e quella in corsia, ed è certamente la prima sentinella sul fronte della malattia; riguardo poi gli incarichi di entrambi i professionisti, certamente la diagnosi di un male spetta sempre al medico, così come il compito di assegnare la terapia, ma è fondamentale l’occhio clinico di un infermiere, perchè è in grado di conoscere i sintomi del malanno di un paziente anche prima che questo si manifesti”.
“Lo sblocco del turnover deve essere attuato – continua Caprarica – e la spending review è una necessità che non deve incidere sui servizi essenziali per i cittadini, altrimenti abbiamo la grave situazione che si è creata in un paese come l’Inghilterra, dove si sono trovati a corto di infermieri e sono stati costretti a reclutarli da ogni dove: moltissimi infermieri vengono soprattutto dall’Italia, e sono molto più preparati rispetto ad altri provenienti dall’estremo oriente che hanno provocato in più di un caso qualche problema. Concludendo, agli infermieri italiani lancio un saluto, per il bene che hanno fatto a me e per quello che fanno a milioni di malati italiani ogni giorno”.
Savino Petruzzelli
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