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Anna (infermiera): “Nel privato puliamo i pazienti, dispensiamo il vitto e siamo considerati servi del medico”

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Anna (infermiera): “nel privato puliamo i pazienti, dispensiamo il vitto e siamo considerati servi del medico”
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Professione infermieristica in profonda crisi. Alcuni dei motivi che spingono gli infermieri ad abbandonare la professione nell’appello di una infermiera che lavora nella sanità privata

Nel corso degli ultimi decenni, la professione infermieristica ha subito una serie di cambiamenti che hanno sollevato preoccupazioni significative tra i professionisti del settore. Un’appassionata infermiera con 35 anni di esperienza ha condiviso le sue profonde preoccupazioni sullo stato attuale della professione, sottolineando come sia diventato sempre più difficile essere un infermiere.

L’infermiere, che lavora in una clinica privata convenzionata, ha espresso il suo disappunto per il trattamento degli infermieri, che afferma essere ancor peggiore nel settore privato rispetto a quello pubblico. Questa professionista lamenta la mancanza di riconoscimento e valorizzazione della sua professione. In particolare, il continuo e sistematico demansionamento per la mancanza dell’operatore socio sanitario (OSS), una figura complementare nell’assistenza.

“Il 90% del nostro lavoro si svolge senza l’oss, diventata una rarità nei nostri reparti distribuiamo il vitto, eseguiamo l’igiene dei pazienti, provvediamo all’assistenza alberghiera e quando abbiamo tempo torniamo a svolgere la nostra professione. Asserviti ai medici, con un contratto “Aiop” al ribasso rispetto ai nostri colleghi del pubblico. I nostri diritti calpestati con l’assenza di sindacati e ordine professionale” chiosa l’infermiera.

Nel pubblico, i contratti vengono rinnovati periodicamente, con opportunità di aumenti salariali basati sull’anzianità. Nel privato, invece, i contratti sono meno vantaggiosi e i livelli di anzianità richiedono un lungo periodo di attesa. Questa situazione, sta contribuendo alla sfiducia crescente verso la professione che porta i giovani a scegliere altre professioni sanitarie.

Una delle principali preoccupazioni esposte riguarda anche il ruolo delle organizzazioni sindacali e professionali. L’infermiera critica il fatto che nonostante anni di promesse e dichiarazioni d’intenti, poco sia stato fatto per migliorare la situazione degli infermieri.

Chiede, con frustrazione: “a chi piace ancora fare l’infermiere in queste condizioni?”

Questa testimonianza mette in evidenza il bisogno di una revisione seria delle condizioni di lavoro degli infermieri e della loro valorizzazione nella società. Gli infermieri sono i pilastri del sistema sanitario e meritano rispetto e adeguato riconoscimento economico e sociale per il loro duro lavoro.

Questo appello serve come promemoria dell’importanza di affrontare le sfide che affliggono questa professione, affinché possano continuare a fornire cure di alta qualità senza sentirsi trascurati o sottovalutati. La speranza è che questa testimonianza possa catalizzare un cambiamento positivo e portare a una migliore loro valorizzazione, sia nel settore pubblico che in quello privato.

Redazione NurseTimes

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1 Commento

  • fidati che succede anche nel pubblico è proprio un problema di professione!!! sono 20 anni che lotto e sono 20 anni che le cose sono uguali… perché sono 20 anni che trovo colleghi che preferiscono stare zitti!! per questo proprio ultimamente sono stato spostato di reparto per aver denunciato un demansionamento!

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