Il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici ha ringraziato i sindacati di settore per l’appoggio fornito all’iniziativa.
Consenso unanime, da parte dei sindacati di settore, sulla “questione medica”, sollevata dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) con una lettera-manifesto al ministro della Salute, Roberto Speranza: un diverso modo di intendere il sistema salute e, al suo interno e nel suo epicentro, il ruolo del medico e degli altri professionisti sanitari.
Una vera e propria rivoluzione copernicana della sanità, che metta al centro non i pareggi di bilancio, da perseguire in maniera ragionieristica, ma gli obiettivi di salute, i professionisti e i cittadini. Che non consideri gli operatori come “prestatori d’opera”, cui chiedere servizi al ribasso, ma come il cuore e il cervello del sistema di cure, modificandone l’attuale governance. Che garantisca la loro autonomia, la loro indipendenza, la loro responsabilità come sigilli della qualità delle cure.
Venerdì scorso la presa di posizione unitaria di CIMO-FESMED, ANPO, ASCOTI, FIALS Medici (per la dirigenza) e di Cisl Medici, Fimmg, Fimp, Fismu, Snami e Sumai-Assoprof (per i convenzionati). Domenica quella del sindacato SBV-CUSPE, che rappresenta gli specialisti e le strutture accreditate col Servizio sanitario nazionale. Martedì l’intervento dei medici e dirigenti dello stesso Ssn: ANAAO-ASSOMED, CIMO-FESMED, AAROI-EMAC, FASSID – FP CGIL medici e dirigenti Ssn, FVM – Federazione Veterinari e Medici, UIL FPL – Coordinamento nazionale delle Aree contrattuali medica, veterinaria, sanitaria, e CISL medici. Tutti uniti, a fronte della grande sfida: la riforma del Servizio sanitario nazionale. Necessaria da tempo, possibile ora, anche grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Una riforma alla quale i medici vogliono partecipare da protagonisti, non da spettatori.
“Ringrazio tutti i sindacati per il sostegno alla nostra iniziativa – commenta Filippo Anelli (foto), presidente Fnomceo –. Il fatto che le istanze e le forze di tutti si siano coagulate intorno a quella che abbiamo definito la ‘questione medica’ ci dimostra che il tema è largamente condiviso e profondamente sentito, e diventa parte del patrimonio culturale della Professione, in tutte le sue declinazioni. Il Governo si trova oggi di fronte a una grande sfida: investire le risorse che ha a disposizione in una vera e propria riforma del sistema, che metta al centro il capitale umano, e non solo in un ammodernamento delle strutture. Il Recovery attualmente consente di mettere a norma gli ospedali, consente di istituire le case di comunità, ma non definisce né il fabbisogno di professionisti né tantomeno i loro ruoli specifici”.
E ancora: “Su questi versanti apriremo un confronto con le organizzazioni sindacali per definire i contorni generali degli argomenti da sottoporre all’attenzione del Governo, con il quale stiamo avviando un’interlocuzione. La ‘questione medica’ esiste ed è percepita a tutti i livelli della professione nella sua importanza e gravità. Per risolverla, occorrono non solo risorse, ma progetti chiari e incisivi di riforma”.
Redazione Nurse Times
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