Un enigma la “specificità infermieristica” che tutti fanno finta di non vedere
In questi giorni che precedono il Natale più anomalo di sempre, ci s’interroga sulle sfumature di colore che dipingeranno i territori d’Italia nell’ambito delle classificazioni di rischio per la pandemia indotta dal Sars-Cov-2.
I media, in questo periodo, pongono in secondo piano i bollettini di “morte” sul fronte sanitario cimentandosi con enfasi sulle anticipazioni governative riguardo alla riapertura delle stazioni sciistiche (sic). Il pianeta dell’informazione sanitaria, generato dal Covid-19, abbagliato dal Santo Natale e dalla sua attesa, perde interesse.
E’ forse conseguenza dell’infodemia “comuniCATTIVA” del momento che ha contagiato, molto più del COVID 19, tutte le redazioni giornalistiche che operano su carta, in video e in voce?
C’è forse molta stanchezza tra la gente che “a tamburo battente” è stata costretta a subire palinsesti mediatici quasi esclusivamente costruiti e riempiti da virologi, clinici, politici, opinionisti, statistici e via discorrendo.
Il più delle volte, ospiti dalle competenze cliniche discutibili, quasi mai in accordo tra di loro. Insomma molti “teatrini” cui abbiamo assistito che non hanno fatto bene a nessuno poiché hanno generato confusione e senso di smarrimento sulla verità vera.
Poche le occasioni di campagne di comunicazioni istituzionali chiari ed efficaci sul COVID – 19 composte nei contenuti con elementi inconfutabili sul piano delle evidenze scientifiche e con trattazione degli argomenti che la pandemia (Vaccini, Tamponi, indici di contagio eccetera) ha regalato ai cittadini, attuate nelle fasce orarie di confinamento in compagnia della solitudine della gente.
Sconforta rilevare il riporto in secondo piano, talvolta nei banner a scorrimento sullo schermo televisivo, del dramma quotidiano di migliaia di sanitari (eroi per caso) contagiati da Covid-19.
Purtroppo, non tutti sanno che gli Infermieri sono in assoluto la categoria professionale che sta pagando, più di ogni altra, tributi in termine di morte, contagi e disperazione per mano e causa del Sars-Cov-2.
Infermieri, che per le competenze loro assegnate dall’ordinamento sanitario, sono in assoluto i professionisti sanitari, più di altri, indispensabili per l’assistenza alle persone colpite dal Sars-Cov-2 e, quindi, i più esposti al rischio di contagio.
Infermieri che fanno sentire il loro peso professionale ai cittadini nelle corsie ospedaliere, nelle residenze sanitarie, a domicilio da sempre ma che mai hanno ricevuto, nemmeno sul piano contrattuale, riconoscimenti specifici.
Anzi l’indennità di specificità professionale che il Ministro De Lorenzo aveva strutturato contrattualmente a beneficio degli infermieri negli anni 2000, definendo il lavoro infermieristico molto più “disagiato” rispetto ad altre professioni sanitarie è stato azzerato uniformando sul piano contrattuale tutte le professioni afferenti al comparto.
Tutti sanno per colpa di chi… gli stessi che oggi si oppongono a riconoscere agli infermieri la loro specificità professionale con iniziative di piazza.
Infermieri che non fanno la conta dei morti al pari di quanto altri fanno.
Infermieri che sono tristemente i primi a pagare dazio nella classifica delle professioni più colpite (fonte INAIL e Istituto Superiore di sanità) nel report di monitoraggio aggiornato a ottobre su un complessivo di 66.000 contagi complessivi.
Si pensi che nell’ambito del settore lavorativo più colpito ai contagi, che è ovviamente la (sanità) pari al 39,2 % del totale, gli Infermieri sono i lavoratori che registrano la percentuale più alta di contagi (83%) seguiti dagli operatori socio sanitari (20,6%) e dai medici con (10,1%).
A volgere lo sguardo ai dati della mia Puglia, la percentuale di contagiati per la professione infermieristica sale all’86,7% ovvero + 4% sulla media nazionale.
Insomma, l’evidenza dei fatti sul ruolo e responsabilità della professione infermieristica cui consegue un profilo di rischio molto elevato, proprio delle competenze professionali cui è assegnatario per l’ordinamento, stenta ad essere riconosciuto e quindi valorizzato, anzi le professioni del comparto fanno “branco” per stare in scia agli Infermieri, vera locomotiva del sistema contrattuale.
Orbene, cosa ci propone il ricco menù Governativo sul Natale?
Sembra sia rilevante riunire centinaia di esperti per decidere del numero di commensali ammessi al ristorante per il cenone di Natale, o se aprire o meno le stazioni sciistiche. Intanto i Lupi fanno squadra a impedire agli Infermieri i riconoscimenti, in termini di specificità professionale, che il Governo ha loro promesso nella legge di bilancio di fine anno.
Vengano, lor signori, a Natale in corsia con gli Infermieri cui le ferie sono sospese e con i doppi turni di lavoro a gestire gli accorpamenti dei posti letto, magari bardati di tutto punto, allucinati dai monitor scintillanti e con la mano nella mano degli ammalati.
Noi Infermieri, fieri di esserlo, voialtri?
Redazione Nurse Times
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