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Andrea Giuliacci: “Oggi per essere un infermiere ci vogliono conoscenze e competenze specialistiche”

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Metereologo che pur con una formazione scientifica, laureato in fisica, si ritrova a fare un mestiere a metà strada tra lo scienziato, il divulgatore ed il giornalista. Andrea Giuliacci parla degli infermieri in una intervista per Nurse Times.

Devo dire che è una cosa stimolante anche perché forse in Italia manca un po’ questo tipo di informazione, il fatto di rendere la scienza più accessibile a tutti.

Per quanto riguarda il rapporto meteo/salute, di cui parlo nel mio libro “Il meteo dalla a A alla Z”, sono convinto che le condizioni atmosferiche influenzano la salute in vari modi.

Avendo viaggiato all’estero, posso confermare che il sistema sanitario così come è stato concepito oggi in Italia è uno dei migliori al mondo, bisogna uscire fuori dal nostro paese per capire quali siano le differenze: da noi chiunque può ricevere cure adeguate senza dover tirar fuori una barca di quattrini. Personalmente, mi è capitato di andare negli Stati Uniti insieme ad amici e conoscenti, e qualcuno si era sentito male; se non avessimo avuto una assicurazione fatta ad hoc prima di partire, saremmo stati veramente nei guai. In Italia quantomeno si viene curati e devo dire, per l’esperienza che ho avuto, che ne sono sempre uscito soddisfatto. Gli altri paesi non spendono quello che spendiamo noi, ma se c’è da spendere in qualche ambito è meglio spenderlo in questo che in altri”.

L’infermiere, per il metereologo, è una figura fondamentale, solo chi è stato ricoverato in una struttura può capire quanto sia prezioso. Certo il dottore ti cura, ti indica la via, ma non è lui che ti assiste passo passo nel momento in cui sei lì. Per cui un buon infermiere fa la differenza tanto quanto la fa un buon medico.

In Italia la percezione che ho avuto è che c’è un buon livello di competenza e attenzione. È vero, adesso si sente parlare spesso di episodi di malasanità, io però da uomo di scienza penso in maniera razionale. Statisticamente in un sistema complesso e soprattutto numeroso come quello della sanità, ci stanno gli episodi che non funzionano, i difetti, però ripeto uno dovrebbe andare all’estero per capire”.

Per Andrea Giuliacci il titolo accademico per l’infermiere è importante, ma non è che la laurea vuol dire competenza , cioè certezza che quella persona ha seguito un percorso formativo che l’ha portata a conoscere certe cose, questa deve essere una garanzia minima soprattutto in settori delicati come per esempio la sanità.

Penso che per questa professione che lavora in silenzio bisogna trovare gli spazi nei grandi mezzi di comunicazione, magari cominciando sulla carta stampata e sui portali web, dove ci spiegano cos’è questa figura e cosa comporta questa professione perché effettivamente spesso non si sa esattamente di cosa si occupa, che competenze e che studi ci vogliono; quando si viene a sapere tutto, anche il lavoro che c’è dietro di formazione, allora arriva l’affermazione di questo professionista . Non è più l’infermiere come lo si intendeva una volta, oggi ci sono conoscenze e competenze”.

Savino Petruzzelli

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