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Ancona, persistono i gravi disagi per gli infermieri del blocco operatorio di Torrette

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Ancona, persistono i gravi disagi per gli infermieri del Blocco operatorio di Torrette
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Il riposo di 11 ore consecutive, previsto dalla normativa europea, non è ancora garantito.

Un anno dopo la lettera inviata dalla presidente della Federazione nazionale Ipasvi al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, a seguito dei fatti di Ancona e Perugia, il Coordinamento regionale dei Collegi Ipasvi delle Marche, in rappresentanza degli infermieri Giuseppino Conti (per la provincia di Ancona), Laura Morganti (Ascoli Piceno), Giampietro Beltrami (Fermo), Sandro Di Tuccio (Macerata) e Laura Biagiotti (Pesaro Urbino), torna a segnalare le gravi condizioni di lavoro che persistono per  gli infermieri del blocco operatorio di Torrette di Ancona. Lo fanno attraverso un’altra lettera al ministro della Salute, al governatore della Regione, all’Ispettorato del lavoro, al Tribunale per i diritti del malato. Lo fanno a difesa della salute dei pazienti assistiti e della dignità dei professionisti infermieri. Di seguito il contenuto della lettera, riassunto in comunicato stampa.

Il riposo di 11 ore consecutive, previsto dalla normativa europea, ancora non è garantito. Ricordiamo che a Perugia, un anno fa, un’anziana infermiera fu licenziata, rea (si ipotizza) di essersi addormentata durante il turno notturno nel servizio di Neonatologia: non avrebbe sentito gli allarmi dell’incubatrice. Inoltre ad Ancona, nel blocco operatorio, è stata irrogata dall’AOU di Torrette una sanzione disciplinare per l’infermiere di 60enne Francesco Pezzuto (ora in pensione). Questi, dopo aver lavorato per 14 ore su 24 (di cui 8 notturne) e richiamato per un’urgenza in sala operatoria, aveva lasciato scritto in consegna di avere la necessità di riposare e di non potersi presentare nel turno pomeridiano, dopo neanche 5 ore dallo smonto notte.

Nulla si è mosso riguardo alla garanzia del riposo di 11 ore consecutive, previste dalla normativa europea.

Da tale stato di cose è conseguita una fuga di infermieri dal blocco operatorio. Restano i soliti problemi: invecchiamento degli infermieri, sottoposti a turni massacranti; aumento del rischio per la loro salute e, soprattutto, per quella dei pazienti. In tali circostanze, statisticamente, le probabilità di commettere errori aumenta di tre volte, e l’ingresso di nuove unità in misura così rilevante determina la riduzione del livello di professionalità nelle prestazioni, per ovvi motivi legati all’esperienza e alla formazione.

Non occorre aggiungere altro perché la situazione è tanto chiara quanto grave, e perché sul punto si sono susseguite segnalazioni e richieste da parte di vari soggetti. Persino, come detto, del nostro massimo organo di rappresentanza (Federazione nazionale Ipasvi). Questo nostro ulteriore intervento trova giustificazione nel fatto che, successivamente alle prese di posizione di cui sopra, nulla è cambiato: costante e immutato è il disagio del personale e dei pazienti. Concludiamo osservando che si tratta di diritti di cui è obbligatoria la tutela.

Speriamo che le autorità in indirizzo prendano buona nota della problematica sollevata, adoperandosi affinché, una volta per tutte, la questione sia portata a soluzione, nel rispetto della dignità della professione, così come della salute dei cittadini. Scopi che il nostro ente ha il compito precipuo di salvaguardare.

Redazione NurseTimes

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