Insieme all’OPI di Nuoro si aggiungono almeno un’altra decina di ordini provinciali che disapprovano l’incremento della quota a favore della FNOPI annunciato dalla Presidente Mangiacavalli nell’ultimo consiglio nazionale
Una richiesta quella della Fnopi che sta registrando una disapprovazione sempre più consistente e che probabilmente porterà alla bocciatura del bilancio previsto per dicembre.
Attualmente nei bilanci della Fnopi vengono versati dagli ordini provinciali esattamente 10 € per ogni iscritto, che moltiplicati per il totale degli infermieri italiani (circa 450mila) fanno un totale di 4 milioni e 500mila €.
Una cifra stratosferica che viene utilizzata per pagare le spese correnti comprese tutte le indennità dei consiglieri del Comitato centrale, revisori dei conti e commissioni d’albo (Vedi).
Se venisse votato il bilancio accogliendo la richiesta della presidente Mangiacavalli di 10 € nei bilanci Fnopi entrerebbero circa 9 milioni di €; se invece venisse accolta la richiesta di 5 € entrerebbero in totale 6 milioni 750 mila €.
Vi proponiamo la nota inviata dall’Opi Nuoro alla presidente Barbara Mangiacavalli
“Spett.le Presidente,
scriviamo la presente poiché siamo informati dal presidente dell’OPI di Nuoro Dott. Giuseppe Gentile che nella riunione del consiglio nazionale del 2 ottobre 2021, il comitato centrale FNOPI vorrebbe procedere all’aumento compreso fra i 5,00 e i 10,00 euro del contributo annuale dovuto dagli OPI provinciali alla Federazione Nazionale.
Come da oggetto, l’Ordine delle Professioni infermieristiche di Nuoro, disapprova questa iniziativa e nutre forte preoccupazione sulle ripercussioni economiche che tutto ciò potrebbe avere se il comitato deliberasse per l’ipotetico aumento.
Preme ricordare che l’aumento in questione a favore della FNOPI è stato richiesto e ottenuto nel 2019.
Gli OPI delle provincie d’Italia per garantire il sevizio a tutti gli iscritti sostengono delle spese quali: luce, acqua, telefono, servizio di segreteria, assunzione di personale, formazione, informazione agli iscritti, retribuzione di parcelle per spese legali, retribuzione annuale al presidente dei revisori, al responsabile del DPO spese per tenuta di tutti i programmi informatici, le voci che costituiscono il bilancio Dell’OPI influiscono pesantemente sul conto economico annuale.
Levare disponibilità monetarie agli OPI provinciali significa privarli di liquidità, e quindi di fondi utili in tutte le iniziative per lo sviluppo formativo e la tutela la professione.
L’ideologia del neo direttivo, non è quello di essere riconosciuti dagli iscritti come esattori della FNOPI, ma noi vogliamo essere espressione di innovazione ed investire le quote degli iscritti sulla formazione e nella tutela della professione
L’Ordine delle Professioni infermieristiche di Nuoro, esercita il ruolo conferito, con dedizione e attenzione all’aspetto economico, infatti pur di risparmiare ed investire sulla professione, l’ufficio e tutto ciò che comporta la segreteria è gestito dai consiglieri che a turno si dedicano all’attività pur di non gravare nelle tasche degli iscritti.
Con questo spirito di parsimonia, noi Ordine Professionale chiediamo alla FNOPI di soprassedere, di scegliere altri percorsi per evitare l’aumento del contributo.
La manovra che si sta per concepire, influirebbe negativamente sul bilancio economico con probabilità di chiuderlo in disavanzo. Per compensare, obbligatoriamente si dovrà aumentare la quota, a discapito degli iscritti, e tutto verrà giustificato con l’incremento del contributo richiesto dalla FNOPI già avuto nel 2019.
Per le motivazioni su descritte, l’Ordine Provinciale Di Nuoro darà mandato di non approvare il bilancio di previsione del 2022 della FNOPI”.
Cosa ne pensano gli infermieri italiani?
L’aumento della quota che probabilmente sarà riversata a loro carico, è davvero utile in questo periodo storico in cui tantissimi infermieri hanno combattuto a mani nude contro la pandemia?
Cosa ne pensano gli altri Ordini provinciali che finora non si sono espressi?
Rimettiamo ai nostri lettori ogni considerazione ([email protected]).
Redazione Nurse Times
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