Le osservazioni satellitari mostrano quanto sia estesa la produzione di sostanze nocive come monossido di carbonio e formaldeide.
L’Amazzonia brucia ancora. Gli estesi incendi che da questa estate continuano a devastare la grande foresta sudamericana hanno portato alla luce dati tragici riguardati la deforestazione, cresciuta del 300% nel mese di agosto rispetto allo stesso mese del 2018. Solo nel territorio brasiliano la foresta pluviale ha perso 1.698 chilometri quadrati di vegetazione e, secondo le stime, entro la fine dell’anno potrebbero superarsi i 10mila chilometri quadrati.
Ma qual è l’impatto sull’ariache respiriamo? Gli incendi hanno rilasciato nell’atmosfera l’anidride carbonica immagazzinata nelle foreste, con conseguenze significative non solo sul clima (poiché “assorbono” luce solare e intrappolano le radiazioni riscaldando il pianeta), ma anche sulla nostra salute. A lanciare l’allarme è l’Agenzia spaziale europea, attraverso nuove immagini ottenute dal satellite Copernicus Sentinel-5p.
Queste ultime mostrano un aumento significativo di monossido di carbonio e altri inquinanti da luglio ad agosto. Il monossido di carbonio assume particolare rilevanza tra gli inquinanti prodotti dalla combustione. È un gas tossico, incolore, inodore, insapore, non irritante ed è in grado di causare seri problemi perché riduce la quantità di ossigeno che può essere trasportata nel flusso sanguigno.
Preoccupante è anche il quantitativo di formaldeide prodotto dagli incendi quest’anno rispetto al 2018. La formaldeide è una delle sostanze chimiche più diffuse in natura, anche nell’ambiente domestico. Alla sua produzione contribuiscono tutte le reazioni di combustione. Se assimilato per via aerea in quantità elevate, questo gas provoca irritazione oculare, nasale e alla gola, nonché affaticamento ed eritema cutaneo, fino a casi più gravi.
Mentre il satellite della missione Copernicus Sentinel-5p monitora la qualità dell’aria, il “gemello” Sentinel-3 è utilizzato per rilevare gli incendi in tutto il mondo. I dati mostrano che solo ad agosto si sono sviluppati ben 79mila incendi in tutto il mondo, contro i 16.632 dello scorso anno. Le osservazioni satellitari svolgono un ruolo chiave nel monitoraggio dei cambiamenti globali, poiché forniscono dati essenziali che le autorità possono utilizzare per rispondere a incidenti, come quello che ha coinvolto l’Amazzonia, e a formulare nuove politiche ambientali.
Redazione Nurse Times
Fonte: Global Science
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