ROMA – Tutti assunti a tempo indeterminato: la storia a lieto fine, ma con più di un passaggio travagliato, è quella degli infermieri dell’Azienda ospedaliera universitaria “Sant’Andrea” di Roma che hanno ricevuto il format per “la richiesta di disponibilità a prendere servizio a tempo indeterminato”.
Comunicazione arrivata a tutti gli idonei in attesa di chiamata e che chiude una vicenda lunga due anni, ricordano il Movimento Permanente Infermieri e il Movimento Lavoratori Sanità.
Perché è stato grazie alla loro caparbietà, raccontano, se sono riusciti ad evitare il danno e la beffa per gli idonei. Perché in questi due anni, spiegano, sono arrivati da più parti i tentativi di affossare questa vicenda: “Le burocrazie sindacali confederali hanno provato mille modi per scoraggiare i lavoratori, dividere il fronte e provare a mettere le mani sulle assunzioni” accusano i componenti dei due Movimenti.
“Abbiamo sfidato la politica regionale di destra e di sinistra; abbiamo battuto i pugni sui tavoli; abbiamo denunciato, mettendoci la faccia, lo sfascio a cui i governanti hanno ridotto la sanità; abbiamo smascherato gli affari tra cooperative, partiti e sindacalisti nella interposizione fittizia di manodopera; abbiamo sfidato i limiti imposti dal lockdown e dalla questura, determinati a prenderci il lavoro, garantire qualità di cure e ristabilire criteri di trasparenza e controllo democratico dei lavoratori sulle procedure di assunzione”.
La posta in palio era il lavoro, scrivono, ai quali si aggiungono sogni e aspirazioni di migliaia di infermieri.
Adesso in tanti vedranno stabilizzato il loro lavoro, mentre parallelamente comincerà la corta ad attestarsi il successo.
Lo faranno coloro che in questi due anni hanno cercato non far assumere a tempo indeterminato dalla graduatoria, sottolineano i componenti dei due Movimenti, anche se la vittoria ha un solo padre: il Movimento lavoratori della sanità con in testa gli infermieri.
Che firmano il successo con una sorta di invito a tutti i colleghi: “Solo lottando si possono cambiare le cose”.
Redazione Nurse Times
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