L’operatore socio-sanitario, un 59enne residente in provincia di Bergamo, avrebbe molestato le due anziane durante le operazioni di pulizia del loro corpo.
Un operatore socio-sanitario 59enne, nato in Perù ma cittadino italiano, residente in provincia di Bergamo, con moglie e figli, è stato arrestato dai vigili del Nucleo tutela donne e minori. Gravissima l’accusa: avrebbe abusato sessualmente di due anziane nel Polo riabilitativo dell’Asst Gaetano Pini – Cto “Fanny Finzi Ottolenghi” di Milano, dove lavorava per conto di una cooperativa.
Le denunce risalgono a circa due mesi fa, quando le due anziane, 82 e 83 anni, ricoverate dopo aver subito un intervento chirurgico, hanno raccontato cosa era accaduto: l’oss era incaricato di provvedere alla loro igiene personale, avrebbe usato violenza nei loro confronti, palpeggiandole nelle parti intime. Gli abusi sarebbero avvenuti nella doccia, oppure durante altre procedure di pulizia. I fatti contestati si sarebbero verificati tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo.
A denunciare per primi, proprio a inzio marzo, sono stati i famigliari dell’83enne, seguiti a ruota da quelli dell’82enne. Da lì sono partite le indagini del Nucleo tutela donne minori della polizia locale, coordinato dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dal pubblico ministero Rosaria Stagnaro. I racconti delle due anziane, a cui è seguito il riconoscimento via foto del presunto responsabile, hanno portato il gip di Milano Giulio Fanales a emanare un provvedimento di custodia cautelare in carcere. Ne è seguito l’arresto dell’oss, proprio sul posto di lavoro.
“Dai, che ti devo dare la crema”, avrebbe detto il 59enne a una delle due anziane. Quella premura per l’igiene personale non era altro, secondo l’accusa, che un espediente per abusare sessualmente della paziente. I parenti hanno riferito ai vigili i racconti delle donne sulle “attenzioni morbose e lascive”, relativi ad almeno due episodi. Nella ricostruzione da loro messa a verbale l’operatore avrebbe approfittato della minorata difesa delle donne, erano impossibilitate a muoversi e quindi bisognose di aiuto per fare la doccia.
Gli accertamenti investigativi, che non hanno richiesto l’installazione di microcamere nascoste per immortalare i presunti abusi alle anziane, hanno raccolto elementi che il giudice ha ritenuto sufficienti per contestare i gravi indizi di colpevolezza nel provvedimento restrittivo. “Dopo aver accertato l’identità del soggetto resosi responsabile dei reati – si legge in un comunicato del Comune di Milano –, le due vittime sono state sottoposte al riconoscimento fotografico e a un’audizione protetta: nella circostanza, entrambe confermavano l’identità del reo”.
Prosegue la nota diramata dal Comune: “L’attività ordinaria aveva carattere d’urgenza per consentire di interrompere il reato altamente umiliante e lesivo della dignità delle pazienti, non in grado di essere autonome”. In attesa di capire come l’oss si difenderà nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip, le indagini andranno avanti per capire se in passato si siano verificati altri casi mai segnalati.
Redazione Nurse Times
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