Approfittavano indebitamente del congedo straordinario retribuito. Inchiodati dai pedinamenti della Gdf.
Un’accurata indagine della tenenza della Guardia di Finanza di Nereto, coordinata dalla Procura della Repubblica di Teramo, ha consentito di inchiodare due dipendenti dell’Asl di Teramo che si assentavano dal posto di lavoro, fruendo illecitamente dei favori normativi di cui all’art. 42 della Legge n. 151/2001 (congedo straordinario retribuito per assistenza a familiari con disabilità grave).
Le indagini, avviate d’iniziativa dalle Fiamme Gialle e proseguite su delega della Procura della Repubblica, hanno permesso di appurare che i due impiegati, legati da rapporti di parentela, si assentavano dal lavoro utilizzando le agevolazioni di legge per finalità esclusivamente di carattere privato, anziché assistere i soggetti disabili. I finanzieri hanno monitorato i dipendenti in questione attraverso attività di pedinamento.
Sono stati eseguiti rilievi fotografici che documentano come in realtà, nei giorni di assenza dal lavoro, regolarmente retribuiti, i due dipendenti svolgevano altre attività di carattere personale. Ulteriori riscontri investigativi sono stati acquisiti dalle dichiarazioni testimoniali, rese da persone informate sui fatti, nonché da una serie di indagini tecniche (esame tabulati telefonici e Telepass, accertamenti bancari, ecc.), che hanno evidenziato come, in alcuni casi, i due si trovassero addirittura in vacanza fuori regione.
A loro carico è stata esercitata l’azione penale da parte della Procura di Teramo, con richiesta di rinvio a giudizio al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Teramo. I finanzieri hanno inoltre eseguito il sequestro preventivo per equivalente, disposto dal Gip di Teramo su richiesta della Procura della Repubblica, per un valore complessivo di circa 70 mila euro, quale ingiusto profitto consistente nel riconoscimento del beneficio di legge e nella conseguente illecita fruizione dei periodi di congedo straordinario retribuito, per un totale complessivo di 1.337 giorni di indebita assenza dal lavoro.
Le condotte illecite accertate, oltre al danno economico arrecato, comportano un grave pregiudizio all’efficienza del servizio offerto all’utenza nonché al buon andamento della pubblica amministrazione, compromettendo il legittimo affidamento e la fiducia che la collettività ripone in chi svolge funzioni pubbliche.
Fonte: Certastampa.it
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