Riportiamo la testimonianza di una cittadina favorevolmente impressionata dall’operato dei professionisti sanitari, nonostante le difficoltà legate alla carenza di personale.
Nonostante carenze strutturali e turni massacranti, dovuti alla mancanza di personale, ci sono ancora uomini e donne che per senso del dovere si prendono cura dei pazienti. È chiaro che non basta. È ovvio che il sistema non può basarsi sul sacrificio dei professionisti sanitari. Ma è anche importante ricordare che dietro il camice, spesso, ci sono persone normalissime, che rinunciano alla loro vita normale per sopperire ai disagi di una sanità malata.
Questo è l’insegnamento derivante dalla testimonianza di una cittadina sassarese, costretta a recarsi al pronto soccorso dell’ospedale cittadino. La donna ha voluto scrivere la sua esperienza sulla pagina Facebook “Sassari si muove”. Si tratta di un’esperienza che può far luce sull’impegno e sulla professionalità di medici e personale infermieristico. Di seguito il testo completo.
“A proposito di sanità e, nella fattispecie, del pronto soccorso, segnalo la mia personale esperienza. Sabato mattina, con fortissimi dolori alla schiena di cui ignoravo la natura, alle 10:06 chiamo il 118 per chiedere l’intervento dell’ambulanza a casa. Alle 10:12 gli operatori si presentano a casa e, con grande professionalità, mi portano al PS, comunicando nel frattempo, le mie condizioni. Arrivata al triage, alle 10:39 l’infermiera che mi accetta mi fa sistemare in un punto in cui riesce a tenermi d’occhio. Mi avvisa che sono un codice verde e che, pertanto, non potrò essere visitata presto dai medici, impegnati con altre visite urgenti.
Durante la mia lunga permanenza (tutta la giornata), ho assistito all’arrivo di quattro codici gialli (uno dei quali arrivato in elisoccorso da una località balneare) e due codici rossi, che sono stati prontamente assistiti e inviati in rianimazione. Alle 18:17 mi visita un medico giovane, calmo, competente e premuroso, che, nonostante dovesse correre da un ambulatorio all’altro (di turno c’erano due soli medici), pronuncia una diagnosi precisa e istruisce l’infermiera per la terapia. Termino la terapia alle 20:08, assisto al cambio della guardia e il medico che mi aveva visitato si trattiene oltre il suo orario per prepararmi il foglio di dimissione e illustrarmi la terapia che sto ancora facendo.
Mentre ero lì ho constatato che tutti, dai medici, agli infermieri, agli oss, agli operatori delle ambulanze, lavoravano senza sosta, gestendo casi difficili e prendendosi le lamentele, alcune delle quali vigorose, degli astanti esasperati dai tempi di attesa. Il PS di Sassari funziona, ha bisogno di più personale, perché è un punto di riferimento molto importante per la nostra città”.
Fonte: www.sassarinotizie.com
Lascia un commento