Sei giovani partecipanti al “concorsone” indetto alla Regione Puglia e svoltosi nel 2019 al Policlinico di Foggia hanno formalizzato una querela alla Guardia di finanza.
Quel titolo è carta straccia. Si infrangono i sogni di accedere al posto di lavoro conquistato e per il quale avevano studiato e superato il “concorsone” indetto alla Regione Puglia per operatore socio-sanitario (oss), svoltosi nel 2019 al Policlinico di Foggia. Il sogno infranto, in questo caso riguarda sei giovani salentini – ma i numeri dei malcapitati sono decisamente più alti – che, notando come le istituzioni private presso le quali si erano preparati, conseguendo il diploma non valido, proseguivano nell’organizzare i corsi di formazione ai quali anche loro avevano avuto accesso negli anni passati, hanno deciso di formalizzare una denuncia querela alla Guardia di finanza di Brindisi, ipotizzando il reato di truffa.
«Detta truffa, ampiamente documentata e denunciata qualche giorno fa alla Guardia di finanza – ha detto uno di loro alla Gazzetta del Mezzogiorno –, è regolarmente ordita e condotta da un istituto di Lecce e da una scuola professionale di Brindisi e Lecce. Il corso di qualifica, ufficializzato come “accreditato”, con versamento di quote in denaro e con impegno di studio da parte dei concorrenti, si è rivelato inutile, con un rilascio di attestato falso e, quindi, non riconosciuto dalla Regione».
Insomma, «pur avendo superato il concorso ed essendo entrati in graduatoria, risulta che, insieme ai denuncianti, ben 65 persone si sono ritrovate a mani e tasche vuote, deluse dalla caduta del sogno di un lavoro sicuro e meritato, nonché dalla falsità truffaldina» di chi ha organizzato quei corsi ed è «ancora in attività, nonostante altre denunce, a quanto pare, depositate nei loro confronti per questo riprovevole comportamento».
I sei giovani dei quai parliamo – ma volete che quell’altra cinquantina non lo abbia fatto? – hanno consultato diversi uomini di legge: “Secondo il parere di alcuni avvocati consultati nel merito – si legge nell’esposto -, solo il presidente Emiliano potrebbe sanare o far sanare l’ingiustizia subita delle vittime, facendole riammettere nella graduatoria dell’ultimo concorso espletato”.
Ma torniamo al possibile procedimento che i giovani hanno attivato con la denuncia querela. Loro raccontano di aver versato un acconto di 500 euro, di aver frequentato il corso versando la restante quota di 2.300 e di aver effettuato “il tirocinio pratico richiesto”, ciascuno in una sede diversa. E poi l’esame… Sono stati accompagnati dai responsabili della scuola in un albergo di Pescara, “in quanto (…) la locale sede scolastica degli esami era chiusa per lavori”. Hanno “superato l’esame finale nel corso dell’estate del 2016” con una commissione nella quale, oltre a due responsabili di queste scuole c’erano anche “un infermiere e un medico”. E poi ecco l’attestato di qualifica “rilasciato dalla Regione Abruzzo ai sensi della legge 845/78”.
E così questi giovani affrontano e superano il concorso regionale per titoli ed esami: il famigerato concorsone oss di Foggia. E cosa accade? “A distanza di quasi due anni, dopo il superamento delle prove nel mese di marzo 2021 – si dice nella denuncia -, ricevevamo dallo stesso Policlinico, organizzatore del concorso, notifica di Provvedimento di decadenza per assenza requisito specifico, con determinazione del dirigente n. 1059 in data 11 marzo 2021, che specificava come in merito al carteggio certificativo di partecipazione al concorso la mancata validità, certificata dalla Regione Abruzzo, dell’attestato oss da (…), non essendo tale soggetto inserito nell’Albo regionale degli Organismi di formazione accreditati dalla Regione Abruzzo allo svolgimento di attività formative”. Da qui la decisione di rivolgersi alla magistratura, tramite la Guardia di finanza, perché il sogno infranto diventi una realtà meno triste.
Redazione Nurse Times
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno
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