“L’eterna trattativa legata al rinnovo del Contratto della sanità pubblica ha trasformato una necessaria discussione sul futuro delle professioni sanitarie in un vergognoso gioco di accuse reciproche, dove le vere questioni vengono messe in secondo piano”. Esordisce così nella sua analisi Marco Ceccarelli, segretario nazionale del sindacato Coina.
“Invece di concentrarsi sulle vere esigenze di infermieri e professioni sanitarie – prosegue -, alcuni sindacati, in particolare quelli firmatari della bozza di Contratto, si stanno lanciando in lotte intestine, alimentando divisioni e promesse vuote. Il risultato? I professionisti continuano a essere penalizzati e la sanità pubblica, già in difficoltà, rischia di crollare sotto il peso dell’incapacità di trovare soluzioni efficaci”.
E ancora: “Si è cercato di vendere come conquiste quelle che, nella realtà, sono cifre irrisorie e provvedimenti insufficienti. A fronte di una crisi drammatica, che vede la perdita di migliaia di professionisti ogni anno, l’incremento salariale per la maggior parte degli infermieri è di circa 47 euro netti. Una somma che non può in alcun modo considerarsi un riconoscimento adeguato per una categoria che sta vivendo la più grave emorragia di professionisti degli ultimi vent’anni”.
Coina denuncia la sterile divisione: “Basta giochi politici. Servono soluzioni reali”
“È inaccettabile che, invece di concentrarsi sul benessere della categoria e sulle necessarie riforme, alcuni scelgano di accanirsi in battaglie che non portano a nulla, se non a un indebolimento ulteriore del settore. La realtà è che, mentre i sindacati continuano a scambiarsi accuse e a sperperare tempo prezioso, gli infermieri e professionisti sanitari sono lasciati soli, senza il supporto e i riconoscimenti che meritano”.
Ceccarelli rincalza la dose: “Non si può continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto. L’assenza di una vera visione per il futuro della sanità pubblica e per le professioni che la compongono è palese. Non ci si può accontentare di compromessi al ribasso. Eppure alcuni sembrano preferire il gioco delle briciole, gettando fumo negli occhi ai lavoratori, piuttosto che affrontare seriamente i problemi”.
Sempre il segretario Coina: “La verità è che i sindacati dovrebbero lavorare per unire, non per dividere, perché solo attraverso un’azione condivisa si potrà ottenere ciò che è giusto per chi lavora ogni giorno al servizio dei cittadini. Diteci apertamente quali sarebbero questi tesori inestimabili, questi aumenti così ingenti che i lavoratori avrebbero perso a causa del mancato accordo. La dignità di questi lavoratori non può essere mercificata con piccole elemosine, che non incidono nemmeno sulle loro condizioni di vita quotidiane, a fronte di cifre lontane anni luce dal costo della vita”.
Sanità in crisi: l’urgenza di un cambiamento
Coina chiede con urgenza una revisione profonda delle politiche sanitarie e retributive, che non solo possano fermare l’emorragia di professionisti, ma garantiscano anche una sanità pubblica all’altezza delle necessità dei cittadini. Non si tratta di promesse vuote, ma di soluzioni concrete per un sistema sanitario che rischia di crollare sotto il peso dell’incuria e delle decisioni sbagliate.
“Questo non è il tempo delle divisioni – insiste il segretario Coina -. Occorre sedersi nuovamente al tavolo delle trattative e trovare un’intesa dignitosa. È il momento pretendere il giusto riconoscimento per chi lavora ogni giorno in prima linea. La vera lotta si combatte nei tavoli giusti, non con la propaganda o con i pericolosi giochi delle tre carte”.
Conclude Ceccarelli: “L’unica strada per vedere la luce in fondo al tunnel è un Contratto ‘dedicato’. Noi del Coina invochiamo da tempo un Contratto destinato solo ai professionisti sanitari, che devono uscire da questa bolgia. Solo così la parola valorizzazione avrà un senso e non sarà solo un artifizio di cui fregiarsi a proprio comodo”.
Redazione Nurse Times
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