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Trapianto di rene da donatore vivente: prima volta con tecnica completamente robotica al Policlinico Tor Vergata

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Roma, quartiere Tor Vergata Nella foto: Policlinico MASSIMO BARSOUM / AGENZIA TOIATI
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Al Policlinico Tor Vergata di Roma è stato eseguito il primo trapianto di rene da donatore vivente con tecnica completamente robotica grazie un lavoro di equipe tra la U.O.C. di Chirurgia dei Trapianti, diretta dal prof. Giuseppe Tisone, e la U.O.S.D. di Urologia, diretta dal prof. Enrico Finazzi Agrò. Un lavoro che conferma l’importanza dell’approccio multidisciplinare dei pazienti affetti da insufficienza renale cronica. Ad oggi il paziente sta bene, è stato dimesso e non è più in trattamento dialitico.

Il trapianto è avvenuto grazie alla stretta collaborazione della Rete Trapiantologica Italiana e del Centro Nazionale Trapianti, diretto dal dott. Giuseppe Feltrin. Il rene proveniva da un donatore vivente che si trovava in un’altra regione italiana e che faceva parte di una catena di donazioni partite da un donatore cadaverico. Si tratta di una particolare tipologia di trapianto cross-over DECK: la catena di scambio di donatori viventi tra coppie incompatibili viene innescata da un donatore deceduto.

Questo aumenta le possibilità di incrocio tra i candidati al trapianto, riduce i tempi della lista d’attesa e permette di curare un numero maggiore di pazienti. La catena si conclude con la “restituzione” dell’organo da parte dell’ultimo donatore vivente a un paziente in lista d’attesa da donatore deceduto.

Dopo la nefrectomia con tecnica mininvasiva laparoscopica, l’organo veniva trasportato presso il Policlinico Tor Vergata dalla Polizia di Stato, dove lo attendevano le equipes chirurgiche dell’Unità Trapianti e di Urologia, pronte per il trapianto con tecnica robotica. L’impianto dell’organo, eseguito dal prof. Simone Albisinni (UOSD Urologia) e dal prof. Tommaso Maria Manzia (UOC Trapianti), è riuscito perfettamente e il paziente veniva dimesso dopo cinque giorni in ottime condizioni generali e con funzione renale completamente recuperata.

I vantaggi della tecnica robotica sono il minor dolore post-operatorio, una incisione anatomica più piccola, minor incidenza di infezioni di cicatrice e un recupero alle attività quotidiane più veloce. Tutto questo è stato possibile anche grazie all’impeccabile lavoro dell’equipe anestesiologica, diretta dal prof. Mario Dauri, e quella infermieristica, diretta dalla caposala del Blocco Operatorio, dott.ssa Antonella Ferracci.

“Un ringraziamento sentito per un risultato importante raggiunto dai nostri professionisti che hanno fatto della interdisciplinarietà e collaborazione un valore aggiunto che si accompagna alla innovazione robotica ed alla ricerca, per dare risposte migliorative sia nella gestione della malattia che nella qualità di vita per i pazienti. Complimenti”, ha dichiarato il commissario straordinario del Policlinico Tor Vergata, dott.ssa Isabella Mastrobuono.

“Il risultato straordinario ottenuto dal Policlinico di Tor Vergata nell’intervento di trapianto di rene robotico da donatore vivente con tecnologia completamente robotica, il primo nel centro-sud Italia, rappresenta un trionfo della ricerca in campo chirurgico e dell’impegno nell’eccellenza medica e nell’innovazione tecnologica”, ha detto il prof. Nathan Levialdi Ghiron, rettore dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.

“Vorrei anche esprimere la mia profonda gratitudine al gruppo di medici e chirurghi che hanno condotto questo intervento con eccezionale maestria e dedizione, dimostrando il massimo impegno per il benessere dei pazienti – ha aggiunto il rettore –. È importante sottolineare che questi professionisti, oltre ad essere medici esperti, svolgono anche un ruolo cruciale nella formazione dei futuri professionisti nel campo della medicina e della chirurgia. La loro passione e competenza contribuisce alla crescita e allo sviluppo di nuove generazioni di medici”.

“Questo intervento – ha concluso il rettore – non solo segna un punto di riferimento per il centro Italia nella promozione di standard elevati nella medicina e nell’assistenza sanitaria, ma anche nella formazione di una forza lavoro medica altamente qualificata”.

Redazione Nurse Times

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