Il presidente del collegio Ipasvi di Brescia, Stefano Bazzana, in un comunicato stampa esprime la sua “profonda vicinanza ai colleghi interessati, seppur indirettamente, dalla vicenda “Stamina” ed a tutti i colleghi e ai cittadini che vivono un profondo disagio per i risvolti umani di questa paradossale vicenda.
Le recenti dichiarazioni del Dr. Andolina riportano che lo stesso ha proceduto all’infusione ad un piccolo paziente con accanto solo l’infermiera ed il padre del bambino. La presenza dell’infermiera è unicamente finalizzata all’assistenza del piccolo paziente come in tutte le situazioni in cui è richiesto il monitoraggio delle condizioni cliniche dei pazienti sottoposti a procedure invasive che necessitano prima, durante e dopo la procedura il controllo dei parametri vitali, la valutazione e la prevenzione di possibili complicanze.
“Le affermazioni del Dr. Andolina – dichiara Stefano Bazzana, presidente del Collegio Infermieri di Brescia- ci permettono altresì di precisare con fermezza ed orgoglio che gli infermieri hanno continuato a garantire a tutti i pazienti coinvolti le cure e l’assistenza necessaria alla condizione di malattia e di bisogno, esprimendo costantemente la loro vicinanza ai pazienti ed ai famigliari, garantendo la migliore assistenza infermieristica”.
Pertanto non hanno contribuito, e non intendono contribuire, ad attuare pratiche non validate da rigorosi studi scientifici.
Gli infermieri, nel rispetto prioritario dei pazienti, hanno tenuto fede al proprio Codice Deontologico che all’Art. 3 così recita:”La responsabilità dell’infermiere consiste nell’assistere, nel curare e nel prendersi cura della persona nel rispetto della vita, della salute, della libertà e della dignità dell’individuo.” e all’Art. 12: “L’infermiere riconosce il valore della ricerca, della sperimentazione clinica e assistenziale per l’evoluzione delle conoscenze e per i benefici sull’assistito“.
L’attività degli infermieri è finalizzata a prendersi cura delle persone attraverso interventi orientati da evidenze scientifiche, sicuri e validati. L’Ipasvi di Brescia, in quanto organismo di rappresentanza provinciale degli infermieri, ritiene fondamentale che sia garantito il dovere e salvaguardato il diritto ad offrire e ricevere trattamenti sicuri, appropriati ed efficaci.
“Chiediamo quindi alle istituzioni (regione, ministero, comunità scientifica, magistratura) che si faccia quanto prima chiarezza sull’intera vicenda –conclude Bazzana- nel bene prioritario delle persone coinvolte e di tutti i cittadini, nel rispetto degli operatori che quotidianamente operano per un’assistenza sicura, rispettosa e giusta.”
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