In questo articolo ripercorriamo le tappe del concorso per infermieri indetto dalla Asm di Matera e le inevitabili ripercussioni sulle vite dei tanti infermieri che in quel concorso vedevano una speranza, un bagliore di luce essendo stato uno dei primi concorsi ad essere bandito, ben 37 posti, dopo un digiuno dovuto alla pesante crisi economica.
Siamo nel 2013, quando l’Asm di Matera, indice un concorso per l’assunzione di 37 infermieri con scadenza alle ore 23:59 del giorno 22 dicembre 2013. Considerazione l’elevato numero di domande pervenute, l’Asm decide di svolgere, preliminarmente alle prescritte prove d’esame, una prova preselettiva in applicazione delle specifiche previsioni stabilite dal bando di concorso.
Dopo tanto impegno 320 candidati superano la preselezione ma da allora passano oltre 7 mesi senza nessuna comunicazione da parte dell’azienda per cui attendono di poter terminare le altre prove previste. Ancora oggi tutto è fermo alla preselezione e anziché avere notizie in merito alle tanto attese date della prima prova, l’Asm di Matera riapre il concorso per infermieri mettendo a bando altri 20 posti.
L’Asm di Matera dopo varie segnalazioni e polemiche esce con un comunicato spiegando che questi nuovi 20 posti essendo di nuova istituzione, per il divieto imposto dal D.P.R. n. 220 del 2001, non potendo attingere dalla stessa graduatoria del primo concorso è costretta sostanzialmente a bandirne un altro unificato e creare un’unica graduatoria finale da cui assumere 57 infermieri, oltre a quelli che si renderanno vacanti nel periodo di vigenza della graduatoria.
Però la versione dell’ASM non convince: molti dubbi permangono sulla decisione di duplicare la procedura concorsuale, forzando anche la vigente normativa e lo stesso D.P.R. n.220/2001 che prevede che “la graduatoria degli idonei rimane efficace per un termine di ventiquattro mesi dalla data di pubblicazione per eventuali coperture di posti per i quali il concorso e’ stato bandito ovvero di posti della stessa categoria e profilo professionale che successivamente ed entro tale termine dovessero rendersi disponibili”. Dubbi confermati anche dai giudici amministrativi che considerano la possibilità di bandire un nuovo e ulteriore concorso come ipotesi eccezionale, vista con sfavore anche dal legislatore più recente, in quanto contraria ai principi di economicità ed efficacia dell’azione amministrativa. Il Consiglio di Stato si è più volte soffermato sull’obbligo di dettagliata motivazione, necessario e indefettibile, al fine di bandire un ulteriore concorso del tutto identico a quello a cui si riferisce una graduatoria in corso di validità ma anche una procedura concorsuale ancora in atto.
La scelta dei dirigenti della Asm di Matera è oggetto anche di un’interrogazione al consiglio regionale della Basilicata da parte del consigliere capogruppo del M5S Giovanni Perrino in allegato.
Così come previsto dal nuovo bando i candidati ai 20 posti saranno molto probabilmente sottoposti ad una nuova preselezione. Terminata tale preselezione i nuovi 300 infermieri che la supereranno, con i 320 infermieri che hanno superato la preselezione precedente, sosteranno tutti insieme le tre prove concorsuali previste (scritta, pratica ed orale) per essere inseriti nell’unica graduatoria da cui attingere per la copertura di 57 posti di infermieri, oltre a quelli che si renderanno vacanti nel periodo di vigenza della graduatoria.
Con la riapertura dei termini del concorso il danno maggiore lo subiscono i 320 infermieri che hanno superato la prima preselezione perché vedranno abbassarsi le probabilità di vincerlo.
Per cui ci chiediamo perché far trascorrere tutto questo tempo dalla preselezione?
Era già stata prevista questa rettifica del concorso?
Perché non terminare prima il concorso già avviato che avrebbe sicuramente già dato la possibilità di lavorare a molti infermieri?
Si parla di unificare il concorso per il duplice scopo di velocizzare le procedure concorsuali ed attuare consistenti risparmi di spesa, ma un dubbio ci assale: la tassa di concorso di 10 euro, non rimborsabili, che gli infermieri hanno pagato per poter partecipare al concorso diventa una fonte di entrata per l’azienda?
A questo punto gli infermieri che hanno superato la preselezione hanno ancora motivo di crederci?
A tal proposito giusto ricordare il concorso tenutosi al Niguarda che ha visto 12.500 partecipanti che moltiplicato per 15 euro di tassa, ha visto un introito per l’azienda sanitaria superiore ai 180mila euro a fronte dei 30/40 mila euro di spese dichiarate dall’azienda per l’organizzazione. Speculazione a carico degli infermieri e delle loro famiglie?
Tanti chiarimenti dovranno essere dati agli infermieri che con tanta fatica, tanto impegno e tante false speranze hanno riposto partecipando a questo concorso.
Massimo Randolfi
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