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Riordino socio sanitario in Lombardia: gli emendamenti proposti

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Il presidente del collegio Ipasvi di Mi-Lo- BM Mutillo GiovanniIn data 25 maggio i Collegi Ipasvi Lombardi (Prov. di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Mantova, Milano-Lodi-Monza-Brianza, Pavia, Sondrio, Varese), il Comitato infermieri dirigenti, la consulta delle professioni sanitarie della Lombardia elaborano ed inviano al Presidente III Commissione Sanità e Politiche Sociali Dott. Fabio Rizzi gli emendamenti al PDL 228 “Evoluzione del sistema socio-sanitario lombardo”.

Il progetto di legge 228 “Evoluzione del sistema socio-sanitario lombardo” che sostituisce integralmente la precedente proposta approvata con Delibera della Giunta Regionale X/2983 del 23/12/2014 è un articolato di legge corposo che riordina tutto il sistema socio sanitario lombardo. Negli emendamenti proposti prevale una visione universalista della sanità nel rispetto dei Lea, con una decisa valorizzazione delle professioni sanitarie, in particolare quella infermieristica.

Vediamo alcuni passaggi di questo riordino nella sanità lombarda.

Nel PDL è prevista l’istituzione delle “agenzie di tutela della salute” (ATS).

Le ATS, dotate di personalità giuridica di diritto pubblico e di autonomia organizzativa, amministrativa, patrimoniale, contabile, gestionale e tecnica nei limiti stabiliti dalla presente legge, assicurano che nelle aree territoriali di propria competenza siano garantiti i servizi sanitari e sociosanitari contemplati dai livelli essenziali di assistenza definiti dallo Stato e dalla programmazione regionale ai propri assistiti residenti e a tutti coloro che ne hanno titolo, anche se residenti in ambiti territoriali diversi dalla Regione.

In particolare, le ATS svolgono le seguenti funzioni e attività:

  1. attuazione e declinazione, a livello della rete di offerta territoriale, degli indirizzi programmatori regionali, sentite le conferenze dei sindaci di cui all’ articolo 6 bis;
  2. accreditamento delle strutture e dei soggetti che svolgono attività sanitarie e sociosanitarie;
  3. negoziazione e acquisto delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie da strutture accreditate;
  4. governo del percorso di presa in carico globale degli assistiti anche attraverso la valutazione multidimensionale del bisogno;
  5. governo dell’assistenza primaria e del convenzionamento delle cure primarie;
  6. governo dei programmi di prevenzione, cura e riabilitazione;
  7. promozione della salute, prevenzione e controllo nelle collettività, negli ambienti di vita e di lavoro, secondo gli indirizzi regionali
  8. sanità pubblica veterinaria;
  9. attuazione degli indirizzi regionali e monitoraggio della spesa in materia di farmaceutica, dietetica, protesica;
  10. collaborazione con i comuni nella programmazione della rete locale delle unità di offerta sociali;
  11. funzioni di vigilanza e controllo sulle strutture ed unità d’offerta sanitarie, sociosanitarie e sociali.

Previste le Aziende sociosanitarie territoriali e aziende ospedaliere (ASTT) con bacini di utenza di riferimento di 600.000 abitanti anche considerando situazioni di densità abitativa particolarmente bassa.

Tra gli emendamenti suggeriti l’istituzione dell’infermiere di famiglia: “5bis Al fine di garantire l’integrazione della rete sociosanitaria con quella sociale, attraverso la presa in carico e la continuità, presso ciascuna ASST, sulla base dell’ epidemiologia e della numerosità della popolazione, è prevista la figura dell’infermiere di famiglia e di comunità quale professionista responsabile dell’assistenza infermieristica erogata sul territorio, per la gestione dei bisogni assistenziali di tipo preventivo, curativo, palliativo e riabilitativo del cittadino e delle famiglie nel loro contesto di vita.

5ter L ’ infermiere di famiglia e di comunità sostiene e coordina il percorso dell’assistito attraverso l’educazione, l’informazione e la presa in carico proattiva, indirizzandolo nel SSR, anche attraverso l’ attivazione delle relative risorse disponibili.”

Ancora tra gli emendamenti l’affidamento alle Strutture Organizzative Dirigenziali delle Professioni Sanitarie di riferimento dei percorsi organizzativi delle prestazioni sanitarie di area omogenea, così come individuate nella L.251/00, in sinergia con il governo medico-clinico.

Tra gli emendamenti viene proposta la direzione delle unità complesse di cure primarie (uccp) non più ai soli medici di medicina generale, ma affidata ad un professionista sanitario in possesso di competenze manageriali e relazionali e adeguata conoscenza dei processi sanitari e sociosanitari, acquisiti anche attraverso specifico percorso formativo manageriale

Proposta l’istituzione del Dipartimento delle Professioni Sanitarie (DPS), costituito dalle Unità Organizzative dirigenziali delle professioni sanitarie afferiscono le professioni sanitarie, un dipartimento autonomo in ottemperanza all’art. 7, commi 1 e 2 della Legge 251/2000. L’incarico di direttore del DPS è attribuito a professionisti che siano in possesso di diploma di laurea magistrale, che non abbiano compiuto il sessantacinquesimo anno d’età e che abbiano svolto per almeno cinque anni una qualificata attività di direzione in ambito sociosanitario.

Prevista l’implementazione delle professioni sanitarie nelle farmacie di servizio

Nell’ Art. 18 (Valorizzazione e sviluppo delle professioni sanitarie) previsti:

  1. la regolamentazione delle Professioni Sanitarie da inserire nella Rete del Sistema Sanitario Lombardo, in regime convenzionato e/o privatistico, è espletata in funzione delle evoluzioni normative e professionali delle Professioni stesse, nel rispetto della ripartizione di competenze Stato-Regione in attuazione della Legge 43/2006 e della Legge 251/2000.
  2. In rapporto alle necessità di sviluppo del SSR e di risposta ai bisogni clinico assistenziali, in ottemperanza alle normative nazionali, può essere prevista la costituzione di Strutture a gestione delle Professioni Sanitarie

Nei Rapporti tra Regione ed Università ed altri Istituti di formazione presentato l’emendamento che prevede la presenza nella commissione anche dei rappresentanti di Ordini, Collegi e associazioni professionali maggiormente rappresentative ai sensi della Legge 251/2000, oltre che dei rappresentanti dei rettori delle università lombarde sede di dipartimenti di medicina, dei direttori generali delle aziende, e da rappresentanti della regione.

Ai fini di una corretta applicazione delle convenzioni tra Regione ed Università ed altri Istituti di Formazione e per la definizione dei fabbisogni formativi, è istituito uno specifico Osservatorio Regionale delle Professioni sociosanitarie presso l’Assessorato alla Salute e Politiche Sociali, rappresentante di tutti gli Atenei ed altri Istituti coinvolti e di tutte le figure professionali oggetto dei corsi universitari lombardi, ivi comprese le rappresentanze dei docenti e delle associazioni di categoria degli studenti degli Atenei Lombardi e dei medici in formazione. Emendamento che aggiunge anche la presenza delle rappresentanze di Ordini, Collegi e Associazioni professionali maggiormente rappresentative ai sensi della Legge 251/2000

In allegato gli emendamenti proposti.

Maxiemendamento rev 25 maggiox

Giuseppe Papagni

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